Medicina: nuove prospettive terapeutiche per il melanoma

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MelanomaDimostrato il ruolo di una proteina target per nuove terapie nel trattamento dei pazienti con melanoma avanzato non asportabile. Ne dà conto lo studio del gruppo di ricerca del Dipartimento di Chirurgia e Medicina Traslazionale e del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze, coordinato da Daniela Massi, pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Oncology e dedicato al significato clinico e biologico dell’espressione della proteina PD-L1 nei tumori maligni della pelle. Lo studio nasce dalla collaborazione multidisciplinare con l’equipe dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e con il gruppo di ricerca dell’Human Genetic Foundation (Hugef) di Torino, coordinati rispettivamente dall’oncologo Mario Mandalà e dalla genetista Silvia Deaglio. I ricercatori hanno dimostrato che la proteina PD-L1, ligando del recettore PD-1, è espressa con maggiore frequenza nei melanomi metastatici rispetto ai corrispondenti tumori primitivi e che PD-L1 è un marcatore prognostico indipendente di sopravvivenza. ”Il nostro studio – racconta Daniela Massi, associato di Anatomia patologica – segue di pochi giorni la rapida approvazione della Food and Drug Administration per l’anticorpo anti-PD-1, designato breakthrough therapy per il melanoma avanzato dalla prestigiosa rivista Science. Le analisi in vitro – spiega la docente – hanno dimostrato che le cellule di melanoma che producono la proteina PD-L1 hanno caratteristiche morfologiche e geno-fenotipiche peculiari e che, in linea con quanto osservato nei tessuti, indicano un comportamento biologico più aggressivo.” ”Le interazioni di PD-L1 con il sistema immunitario erano già note – precisa la docente – ma le nostre osservazioni dimostrano che la proteina svolge un ruolo indipendente nel decorso dei melanomi e aprono prospettive concrete per lo sviluppo di nuove strategie immunoterapeutiche basate sull’inibizione dell’asse PD-1/PD-L1.”

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