E’ una catastrofe. Il nord Italia è letteralmente devastato dal maltempo che imperversa in modo incessante da giorni. Un uomo è ancora disperso in provincia di Genova, complessivamente si contano 16 vittime, numerosi feriti, circa 2.000 sfollati tra Piemonte, Lombardia e Liguria e tante località isolate, ancora non raggiunte dai soccorsi, dove potrebbe esserci grande bisogno d’aiuto. Grande preoccupazione adesso per la piena del Po che nei prossimi giorni scorrerà molto violenta su bassa Lombardia, Emilia Romagna e Veneto: c’è il rischio che il fenomeno dei fontanazzi crei gravi inondazioni. Ma non solo. Domani arriverà un’altra brusca ondata di piogge intense e abbondanti su tutto il centro/nord, ed è grande il rischio di frane, inondazioni e smottamenti. Poi da martedì le condizioni meteo inizieranno a migliorare e per tutta la settimana la pianura Padana rimarrà un catino zeppo d’acqua e umidità, con fitte nebbie e livelli idrometrici ai limiti dell’esondazione ovunque.
Bisogna comunque dire che nel 2014 l’Italia s’è fatta trovare certamente pronta ad affrontare fenomeni meteorologici senza precedenti: in altri tempi, eventi pluviometrici di questo tipo avrebbero provocato conseguenze ben più gravi. In passato infatti, le vittime si contavano a centinaia per le alluvioni di questa portata nelle Regioni del nord, seppur con piogge inferiori, fiumi meno gonfi ed esondazioni più limitate. Eloquente il caso del fiume Bormida: ieri pomeriggio la sua piena ha superato i massimi storici raggiungendo il livello di 9,05 metri (precedente record 8,50 metri del 2011), ma gli effetti sono stati controllati attraverso le misure di contenimento e di prevenzione.
LE VITTIME – La lunga scia di morte e distruzione a causa del maltempo sull’Italia è iniziata poco più di un mese fa, il 10 ottobre a Genova con il decesso di un uomo di 57 anni, annegato nei pressi della stazione Brignole, al quale hanno fatto seguito una donna uccisa da una frana a Muggia, nel triestino, il 13 ottobre e le due anziane travolte dal torrente Elsa, in Maremma, il 14 ottobre.
Poi tra 22 e 23 ottobre la tempesta “Gonzalo” ha ucciso due persone in Italia, entrambe a causa del forte vento: un giovane a Paderno Dugnano (Milano) e una donna a Catania.
Una tragica conta dei morti che è salita vertiginosamente negli ultimi giorni: una frana a Leivi, nei presi di Genova, ha ucciso due anziani coniugi l’11 novembre, travolti dalla loro abitazione; in provincia di Varese, il 12 novembre, è stato ritrovato il corpo di un uomo annegato nel Lago Maggiore. Colpito anche il biellese, dove sempre il 12 novembre a Crevacuore, un uomo è morto investito da una frana di fango che ha investito la sua abitazione. Il 13 novembre, invece, un giovane contadino è morto a Crema, nel cremonese, in un mulino allagato.
Poi il dramma di ieri a Genova, dove un uomo è stato travolto dalla furia delle acque del rio Riccò esondato mentre cercava di raggiungere la sua automobile per metterla in salvo, a Mignanego nell’entroterra genovese. Dopo circa 24 ore dalla sua scomparsa, le speranze di trovarlo vivo sono sempre più ridotte al lumicino.
La scorsa notte altri 3 morti: una ragazza di 16 anni e un suo parente di 70 anni sono stati travolti da una frana all’interno della loro villetta di Cerro di Laveno (Varese). Si sono salvati per miracolo gli altri 3 presenti all’interno dell’abitazione al momento del disastro.
Un’altra ragazza, di 21 anni, è morta ad Alba dopo un incidente stradale: la sua auto è finita nel rio Baracconi in piena, l’acqua l’ha sommersa ed è morta affogata. Tra ieri sera e stamattina altre due persone sono morte nel Canton Ticino, molto vicino al confine con l’Italia. 16 vittime, quindi, nell’ultimo mese, di cui 10 nell’ultima settimana, a cui purtroppo bisogna aggiungere il disperso di Genova su cui ormai i soccorritori hanno perso ogni speranza e stanno cercando più che altro il cadavere. Da segnalare inoltre, altri 6 morti ieri nel sud della Francia vicino al confine con l’Italia.
Insomma, una catastrofe. Ma relativamente all’entità dei fenomeni meteo, poteva andare molto peggio. Centinaia di persone sono state salvate in extremis dai Vigili del Fuoco e da altri soccorritori, quando erano già con l’acqua alla gola (nel senso letterale del termine). E’ il caso delle 3 persone salvate in auto nell’alessandrino mentre stavano annegando, o dei tanti salvataggi di ieri a Genova. Purtroppo, però, non è ancora finita. Nelle prossime 36-48 ore pioverà ancora in modo intenso e abbondante, prima finalmente di una vera tregua.