Scienza: l’abilità nel “far di conto” sta nel cervello

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Colourful preschool numbersL’abilità nel ‘far di conto’ sta nel cervello. Più esattamente nella corteccia parietale, dove si trovano i ‘neuroni del numero’. La capacità di stimare un certo numero di oggetti o quantificare stimoli visivi o acustici, indipendentemente dal fatto che si presentino insieme o in successione, si deve quindi a un unico meccanismo cerebrale. È quanto dimostrato da uno studio, condotto da ricercatori del dipartimento Neurofarba (Neuroscienze, Psicologia, Area del farmaco e Salute del bambino) dell’Università di Firenze, pubblicato sulla rivista scientifica “Proceedings of Royal Society B (Biological Science)”. David Burr, ordinario di psicobiologia e psicologia fisiologica, il ricercatore Roberto Arrighi e la dottoranda Irene Togoli hanno utilizzato tecniche comportamentali psicofisiche per misurare l’abilità dell’uomo nell’effettuare stime numeriche e hanno successivamente applicato una procedura di ‘adattamento’, dimostrando che un soggetto tende a percepire un numero maggiore di elementi se in precedenza gli è stata mostrata una quantità più piccola e viceversa. ‘Gli effetti di adattamento che si traducono nello scostamento fra la numerosità reale e quella percepita”, spiegano gli studiosi fiorentini, ”sono identici a prescindere dalla natura sensoriale degli stimoli, sia visivi sia acustici, e dalla loro modalità di presentazione. I risultati suggeriscono che il cervello umano elabora i numeri attraverso un unico meccanismo cerebrale che trascende non solo il canale sensoriale delle informazioni ricevute, ma anche la modalità di presentazione degli elementi da quantificare”. Lo studio, che ha contribuito ad approfondire la conoscenza sul cervello umano, ha ricadute anche in ambiti clinici o scolastici. ”Esiste una correlazione tra i meccanismi che portano a codificare in maniera astratta le quantità e le strutture di calcolo su cui si basano le competenze matematiche”, spiegano ancora i ricercatori. ”La comprensione dei meccanismi cerebrali potrebbe aprire la strada allo sviluppo di tecniche di intervento pre-scolare volte a supportare lo sviluppo delle fondamentali competenze matematiche”.

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