Geologi italiani in via d’estinzione: chiusura dei Dipartimenti di Geologia e le Istituzioni rimangono indifferenti

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Il Consigliere Farabollini del Consiglio Nazionale dei Geologi  e dell’Ambiente ha dichiarato “solo un’azione del Presidente della Repubblica, dando alla Geologia gli stessi valori e ruolo dati al paesaggio e al patrimonio storico e culturale della nazione, potrebbe arrestare la scomparsa dei Dipartimenti di Scienze della Terra”

geologoI geologi italiani sono a rischio estinzione: secondo alcuni ricerche realizzate sul territorio azionale sta portando ad una contrazione del numero dei dipartimenti di scienze della terra e di conseguenze del numero degli iscritti a queste facoltà, andando a minare alla classe dei geologi italiani. I giovani che tendono ad avere questa passione infatti, data la scarsità delle risorse che il nostro paese investe in queste settore tendono ad intraprendere i loro studi all’estero. I geologi nelle Università italiane sono diminuiti di oltre il 25% mentre altre aree disciplinari hanno visto un aumento anche del 50%. “Solo un’azione del Presidente della Repubblica, modificando l’articolo 9 della Costituzione e dando alla Geologia e all’Ambiente gli stessi valori e ruolo dati al paesaggio e al patrimonio storico e culturale della nazione, potrebbe arrestare la scomparsa dei Dipartimenti di Scienze della Terra”. Così Piero Farabollini, consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi e responsabile del Corso di Laurea in scienze Geologiche dell’Università di Camerino, torna a  lanciare un’allarme alle istituzioni. “La forte criticità che la Comunità italiana delle Geoscienze sta attraversando – aggiunge Farabollini – e la evidente contrazione numerica della componente accademica delle Geoscienze, legata alla Legge 240 (cosiddetta ‘Legge Gelmini’), a fronte di risultati eccellenti nella ricerca e nella didattica evidenziati dalla Valutazione della Qualità della Ricerca 2004-2010, da parte del Miur, derivano dalla bassissima cultura del rischio sia nella popolazione che nella classe che ha amministrato il nostro Paese”.

Gianvito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale Geologi
Gianvito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale Geologi

Di fatti la problematica di fondo che denunciano gli esperti del settore non è la mancanza di appassionati nel settore, ma che l’ambiente universitario non  è organizzato né a le risorse necessarie per garantire una crescita del settore della ricerca. Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi in merito a questa situazione ha dichiarato  “la definitiva chiusura dei Dipartimenti di Geologia, per ora rimasti otto, sia la scomparsa dell’Area Cun 04-Scienze della Terra, che verrebbe così accorpata all’Area 02- Fisica, proprio in un Paese come l’Italia caratterizzata da pericolosità e rischi geologici e che costituiscono una buona aliquota del Pil nazionale. Nonostante l’ottimo risultato raggiunto in Commissione Ambiente della Camera, con l’inserimento delle Scienze geologiche, per la prima volta dalla sua istituzione, nel piano nazionale delle lauree scientifiche 2014-2016 (Decreto Ministeriale 29 dicembre 2014 n. 976), attraverso l’ottimo lavoro svolto dagli on. Mariani e Ghizzoni,  tuttavia – conclude Graziano – gli effetti procurati al settore dalla riforma Gelmini sono ancora preoccupanti”. L’allarme dell’estinzione dei geologi in Italia è preoccupanti in particolar modo proprio perché il nostro paese è un territorio altamente interessato ai fenomeni naturali che i geologi studiano e monitorano, ulteriori tagli ai dipartimenti di ricerche sarebbero deleterie per i risultati in campo scientifico che la geologia italiana ha raggiunto fino ad oggi.

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