Medicina: nuove scoperte della ricerca sulla sclerosi multipla

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Riuniti per la prima volta a Napoli alcuni dei massimi esperti mondiali di malattie neurodegenerative provenienti da ogni parte del mondo

ricerca medica 1“Tante novita’ diagnostiche, qualche prima speranza terapeutica e ormai una certezza: per la cura e la diagnosi della Sclerosi multipla e di molte malattie neurodegenerative e’ fondamentale lo studio delle alterazioni vascolari cerebrali”. Sintetizza cosi’ Marco Salvatore, fondatore dell’Istituto SDN di Napoli per la Ricerca diagnostica e nucleare, i risultati delle due giornate di lavori, da lui presieduti, del congresso mondiale dell’ISNVD – International Society for Neurovascular Disease, l’associazione scientifica internazionale che promuove la ricerca, lo sviluppo, le applicazioni, la formazione e la diffusione a livello mondiale di informazioni sulle alterazioni vascolari cerebrali nelle malattie neurodegenerative. Riuniti per la prima volta a Napoli alcuni dei massimi esperti mondiali di malattie neurodegenerative provenienti da ogni parte del mondo, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Canada ai principali Stati europei, hanno presentato tutte le ultime novita’ diagnostiche e terapeutiche sulle malattie neurodegenerative: dal morbo di Alzheimer alla SLA, dal morbo di Parkinson alla Sclerosi multipla. E proprio sulla sclerosi (una patologia che coinvolge oltre settantamila cittadini italiani, con una frequenza di un ammalato ogni 1.000-1.500 abitanti) sono arrivate le principali novita’. In particolare grazie ad un programma di ricerca tutto italiano sulla Sclerosi multipla e sulla SLA a cui stanno lavorando da oltre due anni i Dipartimenti di Scienze biomorfologiche e funzionali e di Scienze neurologiche dell’Universita’ degli Studi di Napoli Federico II in collaborazione con l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR e con i Dipartimenti di Scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche e di Fisica dell’Universita’ degli Studi di Ferrara. Partendo dal reclutamento di pazienti affetti da Sclerosi multipla come modello di malattia autoimmune e di pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) come modello di malattia neurodegenerativa, unitamente ad un gruppo di soggetti sani, il Programma di ricerca coordinato da Marco Salvatore e da Marcello Mancini, direttore dell’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR, si e’ posto l’obiettivo di acquisire nuove conoscenze sulle alterazioni vascolari e della perfusione cerebrale in pazienti con malattie neurodegenerative, di migliorare l’imaging neuroradiologico delle malattie neurodegenerative utilizzando metodiche in grado di svelare le alterazioni vascolari associate e di identificare condizioni genetiche di predisposizione alle alterazioni vascolari nei pazienti affetti da Sclerosi multipla e SLA. La scoperta del ruolo della proteina EDN1 nelle patologie cerebrovascolari dei pazienti con sclerosi (soprattutto nelle donne) e l’appello del Centro Regionale di Sclerosi Multipla alle donazione di sangue dei soggetti sani. Tra i risultati piu’ interessanti del programma di ricerca ci sono quelli provenienti da uno studio in corso presso il Centro regionale campano di Sclerosi Multipla dell’Universita’ Federico II di Napoli, diretto da Vincenzo Brescia Morra, che sta valutando nei pazienti affetti da sclerosi multipla i livelli circolanti di endotelina-1, un potente vasocostrittore secreto dalle cellule endoteliali e con un ruolo fondamentale nella regolazione del tono vascolare. “Nei pazienti affetti da sclerosi multipla – ha spiegato la biologa genetista Alessandra Cianflone durante la Poster session internazionale del congresso – si osserva una ipoperfusione cerebrale, ovvero un minore afflusso di sangue al cervello che determina stasi ematica con conseguente accumulo di sostanze nocive che promuovono l’infiammazione e la neurodegenerazione tipiche della malattia”. Una riduzione del flusso sanguigno cerebrale, dunque, che potrebbe essere conseguente ad un incremento dei livelli di endotelina-1 che e’ generalmente aumentata in soggetti con problemi di natura cardiovascolare. E i dati preliminari dello studio hanno in effetti messo in evidenza una maggiore concentrazione di endotelina-1 nei pazienti affetti da Sclerosi multipla rispetto ai pazienti sani, con un dato ancor piu’ rilevante nelle donne affette da sclerosi, in cui si osservano maggiori livelli di endotelina-1 quando confrontati con i soggetti sani dello stesso sesso. Ma c’e’ di piu’, perche’ i livelli di endotelina-1 aumentano mano a mano che aumenta l’eta’ della donna affetta, ma non dell’uomo affetto. “Dati significativi – ha evidenziato la Cianflone – che potrebbero aiutare a capire anche la diversa incidenza della malattia nei due sessi, che nel rapporto femmina/maschio e’ di 2 a 1, ed il differente rischio cerebrovascolare tra i due sessi”. Numeri e dati molto promettenti che abbisognano pero’ di ulteriori approfondimenti. Nasce da questa esigenza l’appello del Centro Regionale Campano per la Sclerosi multipla a tutti i cittadini sani per una semplice donazione di sangue che contribuisca ad implementare i campioni per la ricerca. Informazioni e prenotazioni a centrosm@unina.it e 081-7462670. Una speranza che viene da Buffalo In chiusura del congresso anche una speranza terapeutica per la sclerosi multipla. Una speranza (oggi ancora lontana ma con studi e ricerche ben avviate) che viene dagli Stati Uniti ed e’ stata presentata a Napoli, dal direttore del Dipartimento di neurologia dell’Universita’ di Buffalo, Robert Zivadinov, che ha illustrato le ultime ricerche sul rapporto tra il virus Epstein-barr e la sclerosi multipla, che potrebbero condurre addirittura alla sperimentazione di un vaccino. Magari la prossima primavera si avranno risultati piu’ precisi quando l’appuntamento annuale con il Congresso dell’International Society for Neurovascular Disease si svolgera’ proprio negli Stati Uniti.

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