Scienza: a Bologna debutta il Festival della scienza medica

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Nasce a Bologna il Festival della scienza medica per raccontare, tra dibattiti e conferenze, le passioni che fanno sviluppare la disciplina

Le prime conoscenze mediche sono nate sotto i portici, sono state sperimentate nelle corsie degli ospedali e perfezionate nelle aule universitarie. Per fotografare l’evoluzione dei virus e dei vaccini, delle malattie e delle cure, occorre tornare al punto di partenza. Per questo i massimi esperti – tra i quali ricercatori di fama mondiale e quattro premi Nobel – si daranno appuntamento dal 7 al 10 maggio a Bologna per la prima edizione del “Festival della scienza medica. La lunga vita”. I palazzi storici, le corsie dei nosocomi, la sala di anatomia e le aule universitarie della città felsinea saranno a disposizione di tutti i cittadini che vorranno interrogarsi su temi a volte “inarrivabili” – come le teorie dell’invecchiamento, la durata della vita, la longevità e il limite di Hayflick – ma anche su questioni più pratiche legate alle scelte economiche e politiche sulla sanità, o sull’approccio delle religioni nei confronti delle malattie e delle cure. “Vogliamo affrontare da un punto di vista multidisciplinare l’impatto che lo sviluppo rapidissimo della ricerca medica produce sulla società anche dal punto di vista dell’allungamento così marcato della vita degli uomini e delle donne” ha spiegato Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae che è promotore del Festival assieme alla Fondazione Cassa di risparmio di Bologna e Bologna medicina, grazie al finanziamento di Intesa Sanpaolo. “La sostenibilità di un sistema di questo genere è tutta da accertare – ha aggiunto -. Ci sono tematiche di educazione sanitaria e di prevenzione che devono essere cambiate. Questo sarà al centro delle nostre valutazioni”.

testatina-email-730065-351x160Il tema del Festival secondo Pino Donghi, uno dei curatori, “pone un grande problema alla politica, all’economia e alla società. Noi forse abbiamo probabilmente risolto il problema previdenziale, ma in Italia, come in tutto il mondo, esiste un grande problema: chi pagherà la salute di tutti noi che invecchiamo? E’ un grande tema per la politica, quella con la `p’ maiuscola”. Oltre alle lezioni magistrali dei quattro Nobel per la medicina Luc Montagnier, Andrew Fire, Erwin Neher e Kary Mullis, o le conferenze di ricercatori internazioni come Elena Cattaneo, Alberto Mantovani, Mark Hanson e John Harris su cervello, cuore, cancro, sulla relazione medico-paziente, sull’alimentazione e le epidemie, su cellule staminali e artrosi, vi saranno anche imprenditore del settore farmaceutico e sanitario per affrontare il “costo della longevità” e le scelte che la politica deve compiere sul territorio. Numerosi anche gli incontri sul rapporto tra religioni e sistemi di cura: “la preghiera – spiegano gli organizzatori del Festival della medicina – in tutti i quattro angoli del mondo, è da sempre considerata come la migliore risposta terapeutica, la medicina di tutti e per tutto: ancora oggi e quale che sia la malattia”. Durante la quattro giorni i partecipanti potranno entrare assistere alle “visite in corsia” accompagnati da un primario che interroga pazienti interpretati dagli studenti universitari mentre recitano la loro cartella clinica. La musica entrerà nelle stanze degli ospedali per allietare pazienti e familiari. Attraverso “Pandemic”, un gioco da tavola come Monopoli e Risiko, si potrà viaggiare attraverso le grandi epidemie del passato dalla peste alla sifilide, fino all’influenza spagnola. Le serate bolognesi saranno allietate dai medici diventati narratori, che raccontano le vicende dei propri pazienti e del loro rapporto con le medicine e le cure. Saranno proposte anche ricette culinarie perché ha sempre più spazio la “nutraceutica” nel rapporto tra salute, malattie, benessere e prevenzione. Il Festival della scienza medica – assicurano i promotori – avrà cadenza annuale.

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