Caldo sempre più infernale in Pakistan, sfiorati addirittura i +50°C!

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Sui canyon del Pakistan centro-meridionale si è appena accesa la grande fornace, sfiorati i primi +50°C del 2015

In questi ultimi giorni il caldo pre-monsonico che interessa l’intera area indo-pakistana sta divenendo veramente feroce, soprattutto nel settore interno pakistano, dove il sole prossimo allo “Zenit”, il prevalente regime anticiclonico in quota, la debole ventilazione e l’aria molto secca nei bassi strati inaspriscono notevolmente la gran calura, infuocando le masse d’aria stagnanti nei bassi strati. Nel corso del fine settimana diverse località del Pakistan centro-meridionale hanno sfondato il muro dei +48°C +49°C, avvicinandosi pericolosamente ai fatidici +50°C all’ombra.

29768016Le località dove si è attivata la “fornace” sono sempre le stesse, quelle penalizzate dall’orografia, spesso ubicate in profonde valli interne o canyon che le proteggono dai principali flussi eolici che si attivano sul territorio arido e semi-desertico del territorio pakistano. Lo scorso sabato 16 Maggio 2015 la colonnina di mercurio, sotto il cocente sole tropicale, è riuscita a sfondare la soglia dei +49.1°C nella località di Dadu, mentre il muro dei primi +47°C +48°C all’ombra veniva abbattuto in altre località e città del Pakistan centro-meridionale. I +49.1°C stabiliscono la temperatura massima più alta finora registrata sulla Terra dall’inizio del 2015. Da notare inoltre come in diverse aree del Pakistan meridionale, in particolare nel Belucistan, l’umidità relativa è salita al di sopra del 40 % 45 %, rendendo l’atmosfera ancora più soffocante e insopportabile per le popolazioni locali, ben abituate al grande caldo di questo periodo dell’anno, ma certo ai valori cosi eccessivi di questi giorni.

caldoL’intensa ondata di calore sta investendo in modo deciso e continuato il Pakistan centro-meridionale, in particolare le regioni lungo il confine con l’India occidentale. Nella parte più settentrionale del paese asiatico, pur tenendo in considerazione il fattore dell’altitudine che va gradualmente a crescere man mano che si procede verso settentrione, la calura fino ad ora è risultata più attenuata a causa della ritardata salita di latitudine del ramo principale del “getto sub-tropicale” che dalla penisola Arabica, attraversando l’Iraq, il nord dell’Iran, l’Afghanistan, scorre sopra il nord del Pakistan, l’altopiano tibetano e il sud della Cina. Il transito del ramo principale della “corrente a getto sub-tropicale” sopra il nord del Pakistan impedisce l’avanzata verso latitudini più settentrionali dell’anticiclone sub-tropicale che domina sull’area medio-orientale, l’Iran e il Pakistan meridionale, consentendo uno spostamento verso nord dell’umido flusso monsonico sud-occidentale che comincia a spingere verso le coste dell‘India meridionale e occidentale.

moh13In più il transito del “getto sub-tropicale” in quota, sopra il bordo settentrionale della grande onda semi/permanente di calore insistente sulla regione indo-pakistana, agevola lo sviluppo dell’attività “termoconvettiva” (temporali di calore) sui rilievi del nord dell’Afghanistan, del Pakistan, sull’Himalaya occidentale e sull’altopiano tibetano interno, dove si sviluppano degli annuvolamenti cumuliformi che nelle ore serali e notturne producono delle piogge, rovesci e pure dei temporali, con scariche elettriche e colpi di vento. In questi ultimi giorni dei temporali di calore hanno interessato l’Afghanistan orientale e le città del Pakistan settentrionale, manifestandosi soprattutto fra la serata e le ore notturne. Queste condizioni sono riuscite in parte ad attenuare la calura. Nella capitale Islamabad la colonnina di mercurio finora non ha mai sfondato i +40°C all’ombra.

sibi1Ma in altre località i +40°C si sono superati per poco. Nei prossimi giorni il caldo continuerà a battere ancora con forza tra Pakistan e India occidentale, con picchi sui +48°C +49°C. Nel frattempo sull’oceano Indiano settentrionale e attorno le coste dell’Africa orientale e del Corno d’Africa il flusso monsonico di SO comincia ad intensificarsi sensibilmente, divenendo già sostenuto in prossimità della costa somala settentrionale e del mar Arabico occidentale, dove si comincia ad alzare una ventilazione da SO e O-SO. L’intenso riscaldamento dell’area indo-pakistana e il calo dei valori barici al suolo stanno già favorendo la formazione di una vasta depressione termica che prende sempre più forma sulle pianure del Gange e nel nord dell’India, con valori che scendono sotto i 994 hpa. Questo crollo della pressione atmosferica, in prossimità del suolo, sta creando un importante “gradiente barico orizzontale” fra l’oceano Indiano settentrionale, il Corno d’Africa e le coste dell’Asia meridionale, che sta causando una rapida intensificazione del flusso monsonico sud-occidentale che dall’oceano Indiano nord-occidentale e dal mare Arabico tende a dirigersi verso le coste meridionali pakistane e l’India occidentale.

Il flusso monsonico da SO in fase di sviluppo lungo le coste del Corno d'Africa (ASCAT)
Il flusso monsonico da SO in fase di sviluppo lungo le coste del Corno d’Africa (ASCAT). Credit NOAA.

Nei prossimi giorni il flusso monsonico sud-occidentale si intensificherà notevolmente in prossimità delle coste della Somalia settentrionale, l’isola di Socotra e lo specchio di mare ad ovest delle coste dell’India sud-occidentale, dove soffieranno intensi venti da SO e O-SO (“getto somalo”) che assumeranno carattere di burrasca in mare aperto. I venti intensi però rimarranno ancora in mare aperto, in attesa dell’ulteriore spostamento verso nord dell’ITCZ che viene temporaneamente bloccato dal basso posizionamento del “getto sub-tropicale” fra Medio Oriente e altopiano tibetano. Una condizione che potrebbe determinare un ritardo dell’entrata del Monsone sul sub-continente indiano.

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