Pillola dimagrante “killer”: morti sospette, l’Interpol lancia l’allerta

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“Spesso i criminali ‘camuffano’ farmaci pericolosi presentandoli come naturali”

Anche se a oggi “non risultano segnalazioni” relative all’arrivo in Italia della pillola dimagrante ‘killer’ Dnp, “provvederemo immediatamente a inserirla nelle nostre ‘liste nere’ di molecole illegali” che potrebbero varcare i confini nazionali. A dirlo all’Adnkronos Salute è Domenico Di Giorgio, responsabile dell’Ufficio Qualità dei prodotti e contraffazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), dopo l’allerta lanciata dall’Interpol sul pericolo Dnp (dinitrofenolo), venduto illegalmente in pillole o altre formulazioni come prodotto dimagrante, dopo le sospette morti e i ricoveri che nei giorni scorsi sono state collegate al medicinale nel Regno Unito e in Francia. “L’allerta Interpol è di tipo preventivo – spiega Di Giorgio – riguarda cioè una minaccia imminente legata a un prodotto che è tornato sul mercato” dopo anni di assenza dal commercio a causa di gravissimi effetti collaterali. “Ma è sicuramente importante – chiarisce – perché ci consente di rafforzare i controlli. Alle prime avvisaglie si è così in grado di intervenire, senza bisogno che si verifichino casi particolarmente gravi. Aggiungeremo i marchi segnalati dall’Interpol a tutte le attività di verifica che portiamo avanti, ponendo particolare attenzione a qualsiasi segnale: se c’è un’infiltrazione di questi prodotti in Italia va intercettata subito”.

FARMACI 4Di Giorgio fa notare comunque che “sui prodotti dimagranti l’attenzione è alta già da molto tempo e anche la modalità di vendita di questo ultimo prodotto non è anomala: spesso i criminali ‘camuffano’ farmaci pericolosi presentandoli come naturali”. E’ il caso “della fendimetrazina o della sibutramina, onnipresente nelle nostre operazioni (così come i prodotti per la sfera sessuale e gli anabolizzanti da palestra) e venduta spesso sotto il nome di ‘slimex’ in confezioni con raffigurate modelle magrissime, anche se spesso viene smaccatamente offerta proprio come sibutramina”. “Internet d’altronde – spiega ancora l’esperto – è la porta d’ingresso d’elezione per connettere domanda e offerta di questi prodotti. Ma il grosso sforzo che stiamo facendo è soprattutto quello di ridurre la domanda: la percezione del pericolo fra i cittadini è sicuramente aumentata, ma la minoranza che si rivolge a questi canali di vendita rimane purtroppo stabile o addirittura in crescita, perché stanno aumentando anche le possibilità di accesso al web”. Lo ‘zoccolo duro’ di persone che continuano a comprare farmaci pericolosi su internet “da fonti non controllabili rimane ben saldo, e per questo stiamo studiando nuovi sistemi di comunicazione e sensibilizzazione mirata”, conclude l’esperto

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