Salute, esperti: dal dolore cronico ricadute economiche altissime

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Secondo le stime europee, il dolore cronico comporta la perdita di giornate lavorative pari a 500 milioni di euro l’anno: necessario trattarlo con un approccio terapeutico continuo e  multiplidisciplinare

“Il dolore va trattato sempre, con un approccio multidisciplinare utilizzando terapie multimodali e servendosi di tutti i mezzi che la medicina fisica e riabilitazione offre, rispettandone indicazioni e limiti, per evitare che diventi cronico, altrimenti le ricadute sull’economia globale sono pesantissime, pari a circa 34 miliardi di euro”. E’ quanto emerso durante i lavori del corso sul “Dolore in riabilitazione”, tenutosi a “Villa delle magnolie” di Castelmorrone (Caserta) e coordinato da Carmela Falzarano, aiuto fisiatra in Ortopedia della casa di cura. “Secondo stime europee Efic-Aisd, infatti, il dolore cronico dura in media sette anni, il 40% dei pazienti affetti da dolore cronico non effettua più le comuni attività della vita quotidiana, il 20% ha perso il lavoro, mentre i costi delle giornate di lavoro perse sono pari a 500 milioni di euro l’anno”, ha Falzarano. “Quando le cause sono di difficile interpretazione, bisogna ascoltare attentamente il paziente, andando a ricercare, se anziano, anche messaggi non verbali. Il ruolo di una buona analgesia in chirurgia maggiore, di una rete di servizi per la terapia del dolore sul territorio e – ha concluso la specialista – di un buon approccio al malato e alla famiglia sono importanti non più soltanto per curarlo, ma per `prendersene cura’, come emerso dal confronto con il mondo dell’oncologia, che vive il dolore ogni giorno e con esso la consapevolezza di non poter quasi mai vedere la restitutio ad integrum del paziente”.

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