Terremoto Nepal, la testimonianza: “si ballava come sul ponte di una nave”

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Terremoto Nepal, le testimonianze dopo la forte scossa di stamattina

“Stamattina qui nella capitale avevamo appena abbassato la guardia, perche’ a livello nazionale era stato diffuso il cessato pericolo e l’invito a rientrare nelle case. Invece abbiamo ballato come sul ponte di una nave”: e’ la testimonianza di Erica Beuzer, operatrice della ong italiana Gvc, che si trova a Kathmandu. “Una nostra collega era a un riunione – racconta – e il palazzo da cui ha fatto in tempo a uscire si e’ incrinato pesantemente”. Tantissima paura, era l’ora di pranzo: tutta la popolazione e’ uscita in strada con la terra che ondeggiava sotto i piedi.

LaPresse/MaxPPP
LaPresse/MaxPPP

“La prima – racconta ancora Beuzer – non e’ durata molto, ma si e’ avvertita molto forte. Abbiamo ripreso a mangiare e, dopo qualche minuto, la seconda, fortissima. Ci siamo avviati in strada, a Lazimpat, una via centrale: tutti camminavamo sulla linea bianca centrale per tenerci il piu’ lontano possibile dai palazzi. Una lunga fila di persone. Serrande dei negozi gia’ abbassate ovunque. Tutti assiepati nei giardini e negli spazi aperti”. “Le strade, normalmente trafficatissime, sono quasi deserte. Solo pochi negozi di generi alimentari rimangono aperti ancora un po’ per permettere di fare gli ultimi acquisti, tutte le serrande sono abbassate, le persone stanno gia’ disponendo ripari di fortuna per la notte fuori. Kathmandu, come gli altri distretti, si prepara a un’altra notte insonne”, aggiunge. La preoccupazione di Gvc e’ che il terremoto non finisca. In queste condizioni, spiegano, non e’ facile attivarsi ne’ pensare a una ricostruzione. Oltre ai nervi della popolazione, fortemente traumatizzata, c’e’ una totale distruzione soprattutto nelle aree di montagna e nei distretti fuori della capitale. Altri palazzi gia’ danneggiati o pericolanti sono crollati e ora si temono altre scosse, che avrebbero conseguenze disastrose.

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