New Horizons ha incontrato Plutone: “Una delle più grandi esplorazioni del nostro tempo”

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Dopo 3.462 giorni di missione, il mondo potrà finalmente sapere come è fatto Plutone, quanto è grande, come è composta la sua atmosfera e come questa interagisce con il vento solare

Con l’arrivo oggi della sonda della Nasa New Horizons nell’orbita di Plutone potremo dire ufficialmente di aver esplorato tutto il Sistema Solare (almeno tutti i pianeti), un’impresa iniziata più di 50 anni fa e che di certo non si concluderà con questa missione.
I primi a captare i dati provenienti dalla sonda (lanciata il 19 gennaio 2006 dalla base di Cape Canaveral) non saranno i tecnici dell’Agenzia spaziale statunitense – si legge su Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di Astrofisica – , bensì gli esperti che lavorano al Canberra Deep Space Communication Complex del CSIRO, che poi manderanno l’immagine direttamente al Jet Propulsion Laboratory (JPL).
Da alcune ore New Horizons è in silenzio radio, dopo aver inviato a Terra l’ultima comunicazione, la E-Health 1. La prossima volta che i tecnici avranno notizie dal satellite sarà alle 3 di domani mattina, quando la sonda comunicherà con la Terra per 18 minuti senza però inviare alcuna foto, rivelando la sua posizione precisa e dando conferma di essere sopravvissuta al flyby (anche se i rischi sono davvero pochi).

Credit: NASA
Credit: NASA

Dopo 3.462 giorni di missione, il mondo potrà finalmente sapere come è fatto Plutone, quanto è grande, come è composta la sua atmosfera e come questa interagisce con il vento solare. Il tutto da 12.500 chilometri dalla superficie del pianeta nano (Plutone non è più un pianeta dal 2006). La sonda della Nasa studierà nel dettaglio anche il sistema delle cinque lune ghiacciate che orbitano attorno a 134340 Pluto (questo il suo vero nome): la prima a essere stata studiata è Caronte, che è anche la più grande (forma un sistema binario col pianeta nano), di poco più piccola di Plutone; seguono Idra e Notte, scoperte nel 2005 e di dimensioni pressoché simili; infine sono giunti Stige e Cerbero, i satelliti più piccoli di Plutone, ultimi ad essere stati scoperti.
Quando le comunicazioni torneranno a regime, i dati arriveranno sulla Terra nel giro di 4 ore e mezza e verranno elaborati dal CDSCC, che fa parte del Deep Space Network della Nasa. Visto il tempo necessario al segnale per raggiungere la Terra, i dati – prosegue Media Inaf – saranno incredibilmente deboli, quasi piccoli sussurri. Tuttavia grazie alla elevata sensibilità della grande parabola del CDSCC, il segnale da Plutone arriverà forte e chiaro. New Horizons raccoglierà così tanti dati che ci vorrà un anno per trasmetterli tutti e di conseguenza anche per elaborarli. Lewis Balls, a capo dell’Astronomy and Space Science presso il CSIRO, ha detto che la missione New Horizons è stata una delle più grandi esplorazioni del nostro tempo.

Nonostante sia stato declassato a pianeta nano, è uno degli oggetti che ci può dire di più sulle origini del nostro sistema planetario. Plutone orbita ai margini del nostro sistema solare, a miliardi di chilometri di distanza, e quindi la luce solare è molto più debole di quella che riceviamo sulla Terra, ma non è completamente buio. Solo per un momento tra il tramonto e l’alba ogni giorno, l’illuminazione sulla Terra corrisponde a quella che potremmo vedere a mezzogiorno su Plutone. Questo è il momento ribattezzato Pluto Time e la Nasa ha chiesto a tutti gli appassionati di inviare le proprie foto sui social media con il tag #PlutoTime, che in Italia sarà alle 20.50 di questa sera.

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