Clima, l’appello di Obama: “il tempo è scaduto, intervenire subito”

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Dagli USA arriva un ulteriore stimolo per contrastare i cambiamenti climatici: le parole di Obama in Alaska

L’amministrazione Obama è tornata a lanciare ieri un appello affinché ci sia un impegno su scala globale a lottare contro il riscaldamento climatico. Il messaggio è semplice: le conseguenze osservate soprattutto nell’Artico presto colpiranno il resto del mondo a meno che non si faccia di più per ridurre le emissioni di gas serra. Intervenendo alla GLACIER Conference ad Anchorage, in Alaska, il segretario di Stato John Kerry ha avvertito: i “cambiamenti sismici” delle temperature e dei livelli dei mari potrebbero presto provocare ondate di nuovi rifugiati costretti ad abbandonare le loro case o a lottare per acqua e generi alimentari. “Credete che oggi la migrazione sia una sfida all’Europa per via dell’estremismo.

-  KATRINA : OBAMA A NEW ORLEANS PER L'ANNIVERSARIOAspettate e vedete cosa succede quando c’è carenza di acqua, la mancanza di cibo o una tribù che lotta contro un’altra per la pura sopravvivenza”, ha dichiarato Kerry di fronte a 450 delegati da 20 nazioni, inclusi sette ministri degli Esteri. Il capo della diplomazia statunitense ha messo a confronto le sfide poste oggi dal cambiamento climatico a quelle della Seconda guerra mondiale, quando “tutta l’Europa fu travolta dal male e la civiltà sembrava in pericolo”. Per Kerry “la minaccia posta dal cambiamento climatico è totalmente diversa nel carattere ma non nella sua portata globale o nella sua possibilità di fare danni”. Per questo “la necessità urgente di una cooperazione globale è la stessa” di allora.

All’evento – pensato per alzare la guardia in vista del summit sul clima dell’Onu che si terrà a Parigi (Francia) a dicembre – John P. Holdren, il direttore della Scienza e tecnologia alla Casa Bianca, ha presentato un rapporto sullo scioglimento dei ghiacciai, aull’innalzamento dei mari e aull’aumento degli incendi boschivi che quest’anno hanno già bruciato 31 milioni di acri in Alaska, Canada e Russia. “Adesso gli incendi si stanno verificando anche nella tundra, cosa che di solito non succedeva”, ha dichiarato Holdren secondo cui senza una riduzione delle emissioni le temperature saliranno a livelli oltre i quali provocheranno – dicono gli scienziati – conseguenze drastiche e potenzialmente letali. Gli Stati Uniti stanno facendo la loro parte. All’inizio del mese scorso Obama ha lanciato il Clean Power Plan, “un passo importante e storico”, una misura “giusta e flessibile pensata per rafforzare il trend in rapida crescita verso un’energia più pulita e meno inquinante” in America, aveva detto l’amministrazione Obama. L’obiettivo è ridurre entro il 2030 le emissioni negli impianti energetici esistenti del 32% dai livelli del 2005. E dopo avere ottenuto lo scorso anno l’impegno dalla Cina, la principale fonte di emissioni al mondo, gli Usa sperano di ottenere a Parigi quello che Kerry ha chiamato un “accordo sul clima davvero ambizioso e globale”.

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