“Per abbattere questo ponte della vergogna hanno dovuto aspettare una seconda alluvione”
Hanno negli occhi la disperazione e la rassegnazione di chi e’ consapevole che l’acqua puo’ distruggere, una seconda volta, i sacrifici di una vita. Fra gli alluvionati di Olbia c’e’ tristezza ma anche rabbia il giorno dopo il passaggio del Ciclone Mediterraneo. “Per abbattere questo ponte della vergogna hanno dovuto aspettare una seconda alluvione”, si sfoga cosi’ Paolo Di Costanzo, che abita in via Gessi, a pochi metri dal canale del Rio Filigheddu, quello che ieri ha esondato tre volte allagando le abitazioni. “Durante le prime due esondazioni le case sono state invase dall’acqua, nella terza volta, dopo che il ponte e’ stato abbattuto, invece, l’acqua e’ uscita dagli argini di pochi centimetri”, dice sconsolato, e per lui come per i suoi vicini, questa e’ la seconda volta che l’acqua danneggia le case: nel 2015 come nel 2013. “Almeno la prevenzione ha funzionato – aggiunge Sebastiano Cossu, poco distante – siamo riusciti a salvare mobili, auto, e qualche arredo, ma anche questa volta al piano terra sono entrati un metro e 20 centimetri d’acqua. Viviamo nella paura e chiediamo a chi di competenza che metta in sicurezza le infrastrutture”.