Sesso, ginecologi: il 20% delle giovani italiane vittima delle bufale sul web

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Il 58% delle giovani italiane ammette di non aver mai sentito parlare di sistemi fit and forget

Più di una giovane italiana su 5, oltre il 20% delle 20-30enni, ha appreso su Internet informazioni sbagliate sulla sfera intima, le tecniche contraccettive e i loro effetti. “La Rete è il luogo dove nascono e crescono falsi miti molto diffusi anche tra le non giovanissime”, denuncia Paolo Scollo, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia, in base ai risultati di un’indagine presentata al 90esimo Congresso nazionale Sigo, in corso a Milano con la partecipazione di oltre 2.500 specialisti. “Il 2% delle ragazze crede addirittura che esista un legame tra il numero di scarpe e le dimensioni del pene, e per il 4% un bagno caldo dopo un rapporto non protetto può rappresentare un’alternativa alla pillola del giorno dopo. Le giovani donne non hanno ancora una corretta cultura sulla sessualità. Sei su 10 ritengono sia normale provare dolore durante i rapporti sessuali; il 56% non conosce la posizione esatta della vagina, e per il 5% il coito interrotto può essere un valido modo per prevenire una gravidanza indesiderata”. Dati “francamente preoccupanti soprattutto perché riferiti a donne, non ad adolescenti alle prese con i cambiamenti fisici e le prime esperienze sotto le lenzuola. Dobbiamo investire sulla formazione delle nuove generazioni e attivare al più presto nelle scuole medie inferiori e superiori corsi specifici su questi temi. Offriamo alle Istituzioni la totale disponibilità”.

“Il 44% delle italiane vuole cambiare quello che sta utilizzando – riferisce Valeria Dubini, consigliere nazionale Sigo – Innanzitutto c’è voglia di maggiore protezione contro le gravidanze indesiderate, poi si cerca un metodo che azzeri i possibili rischi di assunzione o utilizzo e che liberi dalla routine contraccettiva”. In particolare, i ginecologi segnalano anche per l’Italia “il grande successo di ‘Jaydess’, il sistema intrauterino smart più piccolo al mondo, già campione di vendite negli Usa”. Il metodo “ha un’efficacia di oltre il 99% per 3 anni ed è un sistema ‘fit and forget’, cioè metti e dimentica – sottolinea Dubini – Una volta inserito in utero la donna non ha più preoccupazioni. Non interferisce con i rapporti sessuali, anzi ne favorisce la spontaneità”. Quando si decide di interrompere l’utilizzo di un sistema intrauterino, questo “viene rimosso dal ginecologo con una semplice procedura, un immediato ritorno alla fertilità e la possibilità fin da subito di incorrere in una gravidanza. L’87% delle italiane ha mostrato interesse per questi metodi”, aggiunge l’esperta. Per Emilio Arisi, presidente della Società di medicina italiana della contraccezione (Smic), “nel nostro Paese sui sistemi intrauterini esistono ancora troppi falsi miti. Una donna su 5 pensa che non siano adatti per chi non ha mai avuto un figlio, il 24% che possano compromettere la fertilità femminile, il 12% che provochino un aumento di peso”. Invece “i dispositivi di ultima generazione non presentano queste controindicazioni”, assicura. “Solo nel 15% dei casi la contraccezione a lunga azione viene consigliata a una donna – dice Dubini – E il 58% delle giovani italiane ammette di non aver mai sentito parlare di sistemi fit and forget”.

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