Violento terremoto tra Pakistan e Afghanistan, la presenza dei talebani ostacola i soccorsi

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I soccorsi alle vittime del terremoto che ha investito la catena dell’Hindu Kush in Asia centrale sono resi particolarmente difficili in Afghanistan, dove si sono registrati almeno 84 morti e 295 feriti, non soltanto dalla natura impervia delle zone colpite, ma anche dal fatto che molte tra esse sono controllate dalle milizie dei Talebani, e anche semplicemente raccogliere informazioni su quanto accaduto e’ in sostanza impossibile, perche’ “si sono persi i contatti”: lo ha riferito Abdullah Naji Nazari, capo del Consiglio Provinciale del Badakhshan, nel nord-est, dove e’ stato localizzato l’epicentro del sisma. “La maggior parte delle organizzazioni umanitarie e tutte le agenzie del governo”, ha aggiunto Nazari, “la’ non sono in grado di operare”. Uniche eccezioni, almeno sulla carta, Croce e Mezzaluna Rosse. Dal canto suo peraltro uno dei portavoce principali degli ex studenti coranici, Zabihullah Mujahid, ha assicurato che questi ultimi “apriranno strade e sentieri per le squadre di soccorso”, e che “cercheranno di sospendere i combattimenti laddove occorra assistenza”. Tuttavia, ha aggiunto, non e’ ancora stato deciso se consentire l’accesso soltanto alle Ong oppure anche agli enti statali.

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