Medicina: eseguito un intervento rarissimo su un giovane affetto da emofilia

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Diversi mesi fa è stato eseguito un importantissimo trapianto di rene su un giovane affetto da una rarissima forma di emofilia

Oggi è stato eseguito un trapianto di fegato su un giovane affetto da una rarissima emofilia. I sanitari dell’Aou di Pisa dichiarano che “quello effettuato a Pisa è il quarto caso mai registrato al mondo, ma erano ormai oltre 10 anni che procedure del genere non venivano effettuate, a causa degli scarsi risultati ottenuti”. L’intervento ha visto la partecipazione di 150 professionisti, che hanno pianificato e preparato al dettaglio ogni particolare. L’emofilia è una patologia che provoca un elevato rischio di emorragie con complicanze trombotiche, che possono essere irreversibili. Il paziente, di 35 anni, era affetto da una cirrosi epatica virus-correlata e per questo era sotto osservazione sin dalla nascita al Centro di riferimento per le malattie emorragiche dell’Ospedale Gaslini di Genova e poi sottoposto a diversi controlli anche dall’Unità operativa di diagnosi e terapia delle epatopatie, oltre che dall’ambulatorio del trapianto di fegato dell’Irccs San Martino-Ist di Genova.  L’intervento ha visto la collaborazione tra i chirurghi Davide Ghinolfi, Giuseppe Arenga, Daniele Pezzati, Nadia Cecconi, Aldo Paolicchi, Laura Caponi, Lucia Bindi, Gianni Biancofiore, Alicia Graciela Spelta, Paolo De Simone e Laura Coletti.

fegato_1_53981 “L’eccezionalità dell’intervento -spiega Franco Filipponi, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia epatica e del trapianto di fegato dell’Aoup – sta, oltreché nell’essere stati in grado di portare a termine con successo un intervento dagli enormi rischi e criticità potenziali, nell’essere riusciti a coordinare una complessa macchina organizzativa in cui anche il più piccolo degli ingranaggi era indispensabile per il successo della procedura. Professionisti di equipe e addirittura ospedali diversi, hanno lavorato in perfetta sincronia, come solo pochi centri di eccellenza possono garantire”. “Il mio ringraziamento va a chi, quella notte e nei giorni successivi, ha reso possibile la riuscita dell’intervento con un impegno continuo ed eccezionale, ben oltre quello richiesto dai normali contratti di lavoro. Non solo quindi ai medici direttamente impegnati nella procedura ma anche a tutto il personale medico ed infermieristico della sala operatoria, del coordinamento e della degenza protetta della nostra unità operativa, dei laboratori impegnati negli indispensabili quanto continui dosaggi ematici, del personale della farmacia e del servizio di trasporto dei campioni biologici dell’ospedale”. “A diversi mesi dal trapianto – conclude Filipponi – il paziente sta bene, non manifesta più la complicanza della cirrosi epatica e può abbracciare con maggiore tranquillità e fiducia nel futuro i suoi figli”.

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