Nonostante la città viva in una condizione di emergenza idrica, per il ministro dell’ambiente le risoluzioni richiedono più tempo del previsto
Sono diversi giorni che la città di Messina vive in una condizione di emergenza idrica. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti ha allora spiegato che le risoluzioni richiedono più tempo del previsto. Infatti spiega che “non sembra attuabile un intervento rapido con le tecniche tradizionali sull’acquedotto esistente danneggiato” e “appare necessario un piu’ approfondito studio di valutazione del rischio e della messa in sicurezza del versante”. La situazione, quindi, si prolungherà ancora per molto. I lavori potranno avere inizio solo dopo aver messo in sicurezza il versante. Ovviamente, il versante è costantemente monitorato anche per la sicurezza dei lavoratori stessi. Il rischio è talmente alto che questo condiziona fortemente la scelta dell’intervento adeguato da applicare per permettere il ripristino dell’erogazione idrica a Messina. L’azienda meridionale acque Messina “ha presentato un progetto definitivo per l’intervento provvisorio di ripristino della funzionalita’ della condotta e – precisa Galletti- sono stati discussi gli aspetti relativi alla messa in sicurezza del versante e all’intervento provvisorio anche nell’ottica di quello definitivo, condividendo una strategia operativa complessiva”. Proprio per i pericoli derivanti dal rischio frana il ministro rivela che “Sara’ quindi avviato nei prossimi giorni un sistema di monitoraggio della frana in tempo reale anche a tutela degli operatori che verranno impegnati nella realizzazione degli interventi di ripristino, oltre che dell’abitato a valle”. L’intervento sarà quindi reso possibile solo dopo aver messo in sicurezza il versante “con le opere di drenaggio e comunque utilizzando anche per la tubazione definitiva un sistema di ancoraggio”.