Alluvione Carrara 2014: sequestrati i beni di uno degli indagati

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La procura della corte dei conti di Firenze ha chiesto e ottenuto il sequestro conservativo dei beni di uno dei presunti responsabili del danno provocato a Carrara con l’alluvione del 5 novembre 2014 a seguito della rottura dell’argine del torrente Carrione. Il sequestro, richiesto dal viceprocuratore Stefano Castiglione, riguarda i beni del direttore dei lavori per ‘omessa verifica‘ “dell’esatta rispondenza dell’opera al progetto esecutivo appaltato, autorizzando l’erogazione di somme non dovute all’impresa e attestando il falso con l’emissione del ‘certificato di regolare esecuzione“. Tra gli indagati anche il responsabile unico del procedimento (Rup) ed alcuni dirigenti della Provincia di Massa Carrara, ente committente dell’argine crollato, “per la mancata nomina del collaudatore statico che avrebbe consentito di riscontrare e certificare le gravissime anomalie, rivelatesi purtroppo strettamente connesse al crollo dell’argine e per non aver disposto perizie di verifica a seguito di quanto rilevato dai vigili del fuoco ed emerso dai sopralluoghi in merito alla non rispondenza delle opere realizzate rispetto a quelle progettate“. Il danno contestato dalla procura contabile ammonta a 2.502.397 di euro, pari alle spese di demolizione e ricostruzione resesi necessarie per realizzare l’opera idonea nonché le spese di messa in sicurezza per contenere i danni occorsi a seguito del crollo. Domani è prevista l’udienza di convalida del sequestro.

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