Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti ha espresso la sua posizione relativamente ad una possibile revisione del diritto dell’Ambiente, dichiarando, durante una riunione della Commissione per la Semplificazione amministrativa, che il confronto con il territorio non deve pregiudicare le decisioni. Anzi, “in numerose circostanze – osserva Galletti – l’interconnessione delle questioni ambientali è talmente profonda ed estesa che l’unico ente in grado di assumere su di sé tale compito è lo Stato. Ovviamente le decisioni prese dallo Stato in campo ambientale sono spesso portatrici di una ‘forte incidenza’ nei confronti delle funzioni degli altri enti territoriali, ed in particolare delle Regioni. Ciò comporta – continua il ministro – la necessità che nella predisposizione delle procedure preordinate alla adozione delle decisioni da parte del centro si prefigurino momenti di adeguata consultazione e collaborazione con le istituzioni territoriali. E’ però di fondamentale importanza che ciò non pregiudichi in alcun modo l’efficacia e la adeguatezza delle decisioni che è necessario adottare: altrimenti verrebbero pregiudicati interessi ambientali che la nostra Costituzione sancisce come fondamentali”.
Per il ministro, vi sono alcune semplici linee guida dover seguire. ”Gli obiettivi prefissati con il testo unico in materia ambientale – spiega Galletti – alla prova dei fatti si sono mostrati incapaci di ricondurre ad unità la legislazione che regola le singole materie oggetto del riassetto. Basta ricordare che il ‘Codice dell’ambiente’, già all’epoca dell’emanazione, è stato il frutto di una ricomposizione di articoli della legislazione vigente raccolti in maniera disorganica e senza alcun coordinamento’‘. Ovviamente, è difficile applicare le norme di questo particolare diritto. Infatti ‘‘la normativa ambientale – rileva il ministro – si configura sempre più quale diritto eteronomo, in quanto l’ordinamento nazionale di settore è influenzato in modo diretto e approfondito dal diritto internazionale e dal diritto europeo. Basti pensare, per tutti, a principi quali quello del ‘chi inquina paga’ ed al principio di precauzione. Tutto questo – conclude – rende sicuramente molto complessa la cristallizzazione del diritto dell’ambiente”.
”E’ mia intenzione farmi promotore da subito di una riforma della legislazione ambientale che sia la più vasta possibile, al fine di adeguare le norme sul riparto delle competenze fra Stato, Regioni ed enti locali, e sui diversi processi decisionali al nuovo assetto costituzionale delle responsabilità”. A fronte di tutto questo è per questo motivo che ‘‘è mia intenzione già nei prossimi giorni provvedere alla nomina di una apposita commissione di studio incaricata di procedere ad una ricognizione nella legislazione vigente dello stato delle competenze delle procedure in tutti i settori nevralgici, nonché di elaborare le direttrici principali dell’intervento normativo di adeguamento del riparto delle competenze ambientali”. ‘‘Già è stato compiuto qualche passo in questa direzione – osserva Galletti – pare però necessario rivedere le altre normative ambientali più importanti. Non è un’impresa da poco. Mi pare tuttavia che sia necessario costruire un tessuto normativo credibile – conclude- per fronteggiare le complesse sfide che pone il diritto dell’Ambiente, anche tenendo conto delle profonde trasformazioni costituzionali che sono in corso”.