Nel 2016 EcoTyre compie 5 anni e, oltre a festeggiare i risultati ottenuti finora, vuole aumentare ancora di più i propri sforzi nella raccolta ordinaria e straordinaria di Pneumatici Fuori Uso. Il lavoro per l’anno appena iniziato si baserà su tre parole chiave che dimostrano l’impegno di EcoTyre verso l’ambiente: Innovazione, Economicità e Sud.
Innovazione
Negli ultimi mesi EcoTyre ha deciso di fare un salto di qualità negli strumenti e nelle tecnologie con cui organizza la gestione operativa della raccolta e con cui garantisce ai propri Soci tutte le attività amministrative e di rendicontazione. In particolare il Consorzio si è dotato di un nuovo portale operativo, totalmente basato su tecnologie web, che è stato creato su misura per rendere più efficiente la raccolta.
I circa 10.000 punti di raccolta potranno effettuare più semplicemente, anche attraverso smartphone e tablet, le richieste di ritiro e potranno tenere sotto mano tutto lo storico dei ritiri in modo da pianificarli con maggiore attenzione. Il nuovo portale permette, invece, alla rete logistica di organizzare nel dettaglio le attività di ritiro in modo da essere più puntuali e realizzare meno viaggi con maggiore carico, riducendo costi e impatto ambientale; basti pensare che gli operatori autorizzati svolgono ogni anno oltre 21.000 missioni di ritiro complessive. Infine, i nostri 400 Soci potranno sfruttare il portale per gestire online tutte le pratiche amministrative previste dalla legge: dalla dichiarazione dell’immesso alla rendicontazione annuale passando per la fatturazione elettronica.
Economicità
Anche quest’anno arrivano buone notizie dal fronte del contributo ambientale versato dai consumatori al momento dell’acquisto di uno pneumatico nuovo. La scelta di EcoTyre è mantenerlo basso, lasciando invariato quello per le categorie di pneumatici A, B e C (moto, auto e autocarri) e diminuendo sensibilmente quello per gli pneumatici delle macchine agricole e industriali. In questo settore, la riduzione è pari, in alcuni casi, al 24% e per gli pneumatici di maggiori dimensioni può arrivare a significare un risparmio di circa 50 euro a pezzo. Questo è stato possibile soprattutto grazie a una riduzione dei costi di raccolta ottenuta rendendo più efficiente il sistema logistico e la sua organizzazione. Un altro aspetto da sottolineare riguarda il fatto che EcoTyre riesce a mantenere basso il contributo e contemporaneamente ad avviare oltre il 60% degli PFU a riciclo di materia, nonostante una forma di recupero più onerosa rispetto al recupero energetico.
Sud
La terza parola chiave è Sud perché proprio nelle regioni meridionali EcoTyre ha scelto di concentrare i maggiori investimenti. Già oggi il Consorzio raccoglie al Sud oltre 650.000 PFU ogni anno, l’obiettivo per il 2016 è raddoppiare queste quantità e arrivare a un milione e 300mila PFU entro il prossimo 31 dicembre. Si tratta di uno sforzo importante che però farebbe centrare un duplice obiettivo. Da un lato migliorare gli standard di raccolta ed evitare che rimangano “gomme a terra” a causa di mancati ritiri. Il secondo è stimolare il settore della logistica e dell’industria del riciclo in regioni che hanno un forte potenziale ma un mercato non ancora sufficientemente maturo.
“Cominciamo l’anno con entusiasmo – spiega Enrico Ambrogio, Presidente di EcoTyre – e non vogliamo perdere neanche un attimo per raggiungere i livelli di efficienza che ci siamo prefissati. Lo scorso anno abbiamo investito in Ricerca e Sviluppo e oggi ne raccogliamo i frutti con un portale operativo e una rete logistica cucita sulle nostre esigenze grazie all’esperienza che abbiamo accumulato in questi anni. E sono proprio scelte verso il miglioramento continuo dell’efficienza che ci consentono di mantenere invariato o di abbassare il contributo e di confermarci il Consorzio che opera su base nazionale con l’eco-contributo più competitivo a tutto vantaggio dei consumatori e dei propri Soci. Infine – conclude Ambrogio – non perdiamo mai di vista la nostra missione che è anche quella di creare sviluppo sostenibile. Investire sul Sud vuol dire contribuire a creare un’economia circolare proprio in aree che hanno più bisogno di crescere dal punto di vista occupazionale e imprenditoriale in un settore strategico e duraturo come quello della green economy”.