In Italia, nei porti o nelle loro vicinanze ci sono 31mila navi abbandonate; mentre nei mari sono stati trovati 150 relitti di navi maggiori semi affondate anche nelle aree marine protette. Secondo recenti analisi, questi numeri potrebbero crescere ogni anno di più. Al momento, sono 42mila le tonnellate di vetroresina in mare, che si uniscono al ferro e all’acciaio. Per questo motivo, è stato ideato un disegno di legge che mira ad affrontare il problema. L’iniziativa è stata promossa dal presidente della Commissione Ambiente del Senato, Giuseppe Marinello ed è stato presentato oggi in Senato. Tra le novità, vi è: la mappatura dei relitti e delle navi abbandonate, la costituzione di un osservatorio e di un consorzio. “La proposta di legge è stata firmata da parlamentari di diverso orientamento politico con la finalità ultima di creare un meccanismo che dia responsabilità dirette alle autorità competenti al fine di identificare e censire queste navi e, attraverso un consorzio obbligatorio, agevolare il percorso per la risoluzione del problema – spiega all’Adnkronos Marinello – un nuovo consorzio per la cui costruzione abbiamo demandato a decreti attuativi che verranno emanati dal ministero dell’Ambiente“.
Si mira anche al recupero di materie prime, così da ridurre l’impatto ambientale dei materiali. “La cantieristica nazionale – sottolinea Marinello – è molto diffusa nell’Adriatico, nel Tirreno e anche nel Canale di Sicilia, e collegata alla portualità, senza contare che abbiamo una grande tradizione cantieristica e di demolitori”. La mappatura deve essere avviata entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge. Non solo, il disegno di legge si concentra anche sulle navi utilizzate dai trafficanti di esseri umani, soprattutto nel Canale di Sicilia “pensiamo a Lampedusa, dove si ammassano sulle coste queste ‘carcasse’ che, essendo anche ‘corpi del reato’ non possono essere facilmente demolite“, sottolinea il senatore Luis Alberto Orellana, segretario della Commissione Ambiente.Tema “collegato a quello dell’economia circolare e in sintonia con la normativa che l’Ue si è dotata – aggiunge il senatore Massimo Caleo, vice presidente della Commissione Ambiente e secondo firmatario del testo – ma sulla questione c’è molto scetticismo: quando si parla di demolizioni navali si pensa agli anni ’50 e ’60 quando questa attività ha provocato tante vittime collegate all’amianto“. “Le aziende dovranno garantire, sotto tutti i punti di vista, la totale sicurezza dei processi di demolizione e riuso. Oggi le nostre imprese sono molto avanzate dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e della sicurezza. Quindi vogliamo rassicurare tutti sulla grande opportunità che abbiamo, tanto sul fronte del disinquinamento ambientale quanto occupazionale“, continua Caleo. “Prima della sospensione estiva dei lavori, spero di aver completato tutto l’iter in Commissione – dice Marinello – poi, se riuscissimo a trovare l’intesa di tutti i gruppi parlamentari, potremo andare a una forma veloce in Commissione attraverso la via legislativa“.