Astronomia: i telescopi di ESO notano una rara reliquia

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La Via Lattea contiene centinaia di miliardi di stelle. Tuttavia la stella al centro di quest’immagine riesce ancora ad essere molto inusuale – un’impresa non da poco!

Un team brasiliano e americano condotto da Jorge Melendez, dell’università di São Paulo, ha usato due telescopi di ESO in Cile per scoprire che questa stella, chiamata 2MASS J18082002–5104378 è una rara reliquia dall’epoca di formazione della Via Lattea. Come tale, essa offre agli astronomi un’opportunità preziosa per esplorare le prime stelle nate all’interno della nostra galassia.

2MASS J18082002–5104378 è stato scoperto nel 2014 dal New Technology Telescope (NTT) di ESO. Osservazioni successive con il Very Large Telescope (VLT) di ESO hanno svelato che, al contrario di stelle giovane come il Sole, questa stella mostra un livello inusuale di bassa abbondanza in quelli che gli astronomi chiamano metalli: elementi chimici più pesanti dell’idrogeno e dell’elio. Infatti questi elementi sono talmente rari in questa stella che essa viene chiamata UPM: ultra povera in metalli. E’ la più brillante di questo tipo mai scoperta.

Malgrado si pensa esse fossero numerose nell’universo primordiale, le stelle UPM sono ora una rarità all’interno della Via Lattea (eso1132) e di altre galassie vicine. I metalli si formano durante la fusione nucleare all’interno delle stelle e si diffondono nel mezzo interstellare quando le stelle invecchiano ed esplodono. Le generazioni successive di stelle si formano dunque a partire da un materiale sempre più ricco di metalli. Le stelle a basso contenuto di metalli, invece, si formano in un ambiente non “inquinato” da metalli come quello che esisteva solo poco tempo dopo il Big Bang. Studiare stelle come 2MASS J18082002–5104378 potrebbe svelare segreti sulla loro formazione e mostrare come era l’universo al suo inizio.

Questi risultati sono stati pubblicati in Astronomy & Astrophysics. Il team è composto da  Jorge Meléndez (Universidade de São Paulo, IAG, Brazil), Vinicius M. Placco (University of Notre Dame, Department of Physics and JINA Center for the Evolution of the Elements, USA), Marcelo Tucci-Maia (Universidade de São Paulo, IAG, Brazil), Iván Ramírez (University of Texas at Austin, McDonald Observatory and Department of Astronomy, USA), Ting S. Li (Texas A&M University, Department of Physics and Astronomy, USA), and Gabriel Perez (Universidade de São Paulo, IAG, Brazil).

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