L’Etna sta dando spettacolo anche se è con poca neve, anche se non sta eruttando. Protagoniste sono le nubi lenticolari che coprono la vetta del vulcano come un “cappello”, altre sono presenti intorno alla vetta dell’Etna, dove il clima è molto caldo con temperatura già a ridosso dei +10°C sia a Piano Provenzana che al Rifugio Sapienza. Farà molto caldo anche nei prossimi giorni e la poca neve presente al suolo alle alte quote di scioglierà quasi completamente.
Cosa sono le nubi lenticolari
L’attributo “lenticularis” fa parte della categoria “species” nel sistema di classificazione delle nubi adottato dalla pubblicazione n. 407 dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale denominata “International Cloud Atlas”. Tale sistema di classificazione si basa sulla combinazione di tre categorie: “genera” connessa all’altezza ed alla estensione verticale della nube, “species” che identifica le caratteristiche morfologiche principali della nube e “varieties” che ne specifica la trama. In particolare la specie lenticularis è così definita “Nubi che hanno la forma di una lente o di una mandorla, spesso molto allungate e normalmente dai contorni ben definiti; talvolta possono presentare iridescenza. Tali nubi appaiono prevalentemente in formazioni di origine orografica ma possono anche essere presenti in regioni prive di orografia marcata. Questo termine si applica principalmente ai generi “cirrocumulus”, “altocumulus” e “stratocumulus”. Come riportato nella definizione tali nubi sono generalmente di origine orografica. Quando un vento sostenuto incontra una catena montuosa disposta ortogonalmente alla sua direzione di provenienza possono originarsi le cosiddette “onde orografiche”.
A causa della perturbazione indotta dalla montagna, sottovento alla catena montuosa il flusso d’aria si ondula generando una serie di onde orografiche. Tali onde sono stazionarie, le creste ed i ventri dell’onda non si propagano ma rimangono nella stessa posizione. Le condizioni favorevoli alla genesi di tali tipi di onde sono una marcata stabilità dell’aria ed un vento sostenuto la cui intensità cresce con la quota. La presenza di tali ondulazioni non si limita alla quota della montagna ma interessa l’intero spessore della troposfera ( circa 10.000 metri) della regione sottovento e può dar luogo al fenomeno della turbolenza che percepiamo, anche volando ad alta quota, valicando una catena montuosa.
Una caratteristica di queste onde è infatti che l’ampiezza delle oscillazioni cresce con la quota. Anche la fase dell’onda, che fa si che il moto dell’aria sia ascendente o discendente, non è costante ma è soggetta a variazioni periodiche con la quota. Proprio quest’ultima caratteristica determina la particolare forma delle nubi lenticolari. La nube si forma, in presenza di una sufficiente quantità di vapore acqueo, nelle zone ove sono presenti i moti ascendenti dell’aria. A causa della piccola lunghezza d’onda e della variazione di fase con la quota, tali zone sono nettamente delimitate sia lateralmente che verticalmente dalla presenza di moti discendenti. Questo fa si che l’estensione verticale della nube sia in genere modesta e che si presenti con contorni ben definiti.