Alle 19 in punto di mercoledì 13 gennaio (ora di Greenwich), Juno ha toccato i 793 milioni di chilometri di distanza dal Sole, record assoluto per un manufatto terrestre alimentato ad energia solare, togliendo per un ‘solo’ milione la pole position alla ‘collega’ Rosetta (che nel 2012 era arrivata al ragguardevole risultato di quota 792).
Lanciata il 5 agosto 2011 per studiare Giove, Juno è la prima sonda ad energia solare progettata per svolgere la propria attività di ricerca in una zona dello spazio così lontana dal centro del nostro sistema solare. Emblema di questa sua peculiarità è l’ampiezza della superficie dei suoi pannelli solari: 9 metri ciascuno per un totale di 18.698 celle.
Un simile apparato, ad una distanza Terra – Sole, può sviluppare potenzialmente circa 14 kilowatt di elettricità che, nel momento in cui la sonda arriverà a destinazione, si ridurranno a soli 500 watt. Juno quindi è stata progettata per essere particolarmente efficiente e il traguardo che ha ottenuto è frutto dei progressi nella tecnologia delle celle solari e nell’ottimizzazione dei consumi energetici della sonda stessa e dei suoi strumenti. Inoltre, per facilitarle il cammino, il suo tragitto è stato studiato per minimizzare la radiazione totale ed evitare l’ombra di Giove.
“Il risultato di Juno è stato possibile grazie al suo particolare progetto – ha commentato Enrico Flamini, Chief Scientist dell’Agenzia Spaziale Italiana – che vede tre grandissimi pannelli solari che puntano costantemente il Sole. I pannelli sono disposti ‘a stella’ intorno al corpo centrale di Juno stessa che ruota per mantenere la stabilità. Quindi è una grande girandola che guarda costantemente il Sole, massimizzando in questa maniera la quantità di energia che arriva sulla missione”.
Prima di Juno, solo otto sonde si sono inoltrate nelle regioni remote dello spazio profondo e, per ragioni tecniche, tutte hanno utilizzato l’energia nucleare per raggiungere i loro obiettivi.
L’arrivo di Juno nell’orbita di Giove è previsto il 4 luglio 2016. Durante la sua missione scientifica, che durerà 16 mesi, la sonda si troverà a 832 milioni di chilometri dal Sole e potrà quindi aspirare ad un ulteriore record. Per 33 volte Juno orbiterà intorno al ‘gigante gassoso’, passando rasente le nuvole del pianeta. Questi flyby, previsti ogni 14 giorni, permetteranno agli strumenti a bordo di studiare struttura, atmosfera e magnetosfera di Giove. La missione, infatti, fa parte del programma New Frontiers della NASA ed è stata ideata per comprendere l’origine e l’evoluzione del pianeta gigante.
“Ci stiamo avvicinando sempre più a Giove – conclude Flamini – che è l’obiettivo finale e che ha ancora molti misteri da farci scoprire, capire per esempio per quale motivo un pianeta gassoso abbia un campo magnetico così potente o il motivo per cui Giove è il più potente emettitore di segnali radio del Sistema Solare”.