Morano Calabro, situato su un colle a 694 metri di altitudine, conta poco più di 5000 abitanti ed è uno dei borghi più suggestivi d’Italia, avendo come sfondo naturale il versante calabrese del massiccio del Pollino, le vette del Dolcedorme e della Serra del Prete. Spettacolare sia in primavera, quando è ricoperto da prati verdeggianti, che in inverno, quando bianche coltri di neve cadono copiose, Morano Calabro incanta i visitatori con le sue abitazioni che sembrano essere adagiate le une sulle altre, ammucchiate sul colle, con le suggestive viuzze del borgo che si aprono davanti a chiese palazzi signorili.
La scoperta di Morano parte dalla Chiesa di San Bernardino da Siena; un gioiello di architettura monastica quattrocentesca in stile tardo-gotico con l’interno mistico e severo come tutti gli ambienti francescani . Di notevole pregio il soffitto ligneo a carena di nave, unico in Calabria, e il Polittico di Bartolomeo Vivarini. Risalendo il quartiere dei Lauri, si raggiunge la Collegiata di San Nicola e dal rione San Nicola attraverso archi, sottopassi, viuzze e slarghi che rivelano stupendi scorci paesaggistici, si raggiunge il Castello, di origine normanna, ampliato tra il 1515 e il 1546 da architetti napoletani per conto del Principe Sanseverino che lo elesse a propria dimora.
Da lì il passo è breve per la Collegiata dei SS. Pietro e Paolo, la chiesa più antica di Morano, risalente al Mille, oggi totalmente ristrutturata al suo interno in chiave tardo-barocca. Da visitare, inoltre, la Chiesa di Santa Maria del Carmine e, fuori dell’abitato, il Convento dei Cappuccini con il chiostro seicentesco e i ruderi del monastero di Colloreto immerso in un bosco di elci e faggi ai piedi del Pollino. Morano è ricca anche di palazzi gentilizi: il Palazzo Rocco, l’elegante Palazzo Salmena, il Palazzo Serranù, il Palazzo Scorza-Aronne, il palazzo Cozza col suo loggiato angolare, il Palazzo dei Cavalieri Marzano nel rione Giudea, il Palazzo Lauria.
Morano Calabro è sinonimo anche di un artigianato d’eccellenza, tramandato da generazioni: pentole in rame, cesti di vimini, mobilio dalle linee rustiche ed antichi cassettoni, ma anche oere d’arte conservate nei monasteri e nelle chiese, poiché Morano Calabro ha visto, nel tempo, il susseguirsi di feudi nobiliari che hanno incentivato l’agricoltura e l’artigianato, coltivando tradizioni orali e religiose. Di particolare pregio sono, inoltre, i ritrovamenti archeologici che confermano la presenza, sul territorio calabro, della comunità di Morano già dal II secolo, come Summuranum /sub Muranum e dal 1324 indicata come Castrum Morani, divenendo, attraverso un gentilizio latino, Moranus, al quale, solo nel 1863, venne aggiunto Calabria. Parliamo, ad esempio, dei rinvenimenti sia in località Foce, dove sono stati recuperati resti di muri romani, monete frammenti di pavimentazione in coccio pesto appartenenti ad una villa di epoca ellenistico-romana ; che in contrada Sassone, dove sono stati rinvenuti i resti di una cinta muraria con due porte urbiche.
Morano Calabro costituisce una base ideale per escursioni e ascensioni alle varie vette del massiccio del Pollino. La peculiare collocazione geografica del paese influenza l’economia locale ed artigiana. Infatti, proprio grazie al massiccio del Pollino si crea il clima ideale per la stagionatura dei salumi e Morano, come la maggior parte dei paesi calabresi, ha una forte tradizione nella produzione di salumi. La gastronomia, dalla pasta fatta in casa ai salumi, dal pane ai dolci tipici, dalle specialità di carne ai piatti di pesce, si basa su metodologie e ricette tramandate di generazione in generazione. Ogni gusto, ogni profumo, ogni colore esalta semplicità e genuinità, testimoniando il forte legame dell’uomo con la natura. Le offerte gastronomiche sono costituite da una sana dieta mediterranea a base di legumi, pasta fresca, formaggi e salumi tipici. Non mancano però piatti gustosi come i cavatelli con pomodoro e ricotta stagionata, le lagane (simili a tagliatelle) con i ceci, lo stoccafisso alla moranese, le scalette, ciambelle fritte con zucchero a velo e la cicerata e poi la Giuncata di Morano calabro, tipico formaggio della zona.