La proposta è quella di differenziare la laurea in Medicina da quella in Chirurgia e, come accade già per odontoiatria, unificare laurea e specializzazione creando percorsi specialistici fin dall’inizio del corso di laurea. Lo propone Luigi Tesio, docente di Medicina fisica e riabilitativa all’Università Statale e medico fisiatra dell’IRCCS Istituto Auxologico di Milano, nel suo libro ‘I bravi e i buoni – Perchè la Medicina Clinica può essere una scienza‘. Il volume (194 pagine, Il Pensiero Scientifico Editore, 28 euro) è stato presentato oggi, e il professore ha motivato la sua proposta davanti a una platea di colleghi e giornalisti, sottolineando la necessità di “riportare la Clinica al centro dell’interesse scientifico“. L’idea di Tesio nasce dalla constatazione che “stiamo creando medici-biologi o medici-amministratori rispettivamente in bio-medicina e in sanità. Così il clinico perde statura, il paziente perde il suo ‘curante’: cerca e trova sempre più spesso impersonali linee-guida, oppure figure ‘alternative’“. C’è, per Tesio, un “deprezzamento sostanziale della clinica che sta dietro ai tanti segni di crisi della medicina, che a sua volta genera problemi alla sanità“. Alcuni segni come la “crescita parallela (e paradossale) di medicina difensiva e medicina alternativa; sovradiagnosi e crescita della spesa diagnostico-terapeutica inappropriata; proliferazione di ‘linee guida’ mutuate dalla medicina ‘evidence based’, associata alla frustrazione del medico“. La soluzione è “che la formazione medica venga adattata fin dall’inizio alla costruzione di un bio-medico, invece che di un clinico, invece che di un epidemiologo-manager. Negli ospedali e nel territorio la figura del medico va rivalutata, ma se non si coltiva scientificamente la clinica tutto ciò non è possibile“. Oggi la situazione è squilibrata, speiga l’autore del libro, ma potrebbe riequilibrarsi se la ‘Medicina Clinica’ potesse essere ‘più scienza’, perché i Clinici (i ‘buoni’) al letto del paziente avrebbero molto di scientifico da dire ai Ricercatori (i ‘bravi’) aiutando anche la Ricerca ad aggiustare il tiro.