E’ stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Journal of Neurology and Neuroscience un interessante articolo intitolato “Time to Revisit Non-Pharmacological Research Approaches to Ameliorate Multiple Sclerosis Symptoms” (Il momento di rivedere gli approcci delle ricerche non farmacologiche per migliorare i sintomi della sclerosi multipla).
Secondo il professor Bernhard HJ Juurlink dell’Università di Saskatchewan (Canada), le attuali terapie farmacologiche in uso da tempo per trattare la sclerosi multipla (SM) non rallentano la progressione della disabilità. Lo scopo di questo articolo è di stimolare l’interesse a guardare la SM da una nuova prospettiva. C’è un’abbondanza di prove che la SM non è primariamente una malattia autoimmune, ma è una patologia caratterizzata da un primo danno alla barriera emato-encefalica e all’unità oligodendrociti-mielina; questo danno poi suscita una risposta immunitaria in un sottogruppo di persone che hanno un sistema immunitario predisposto ad attaccare gli antigeni associati alla mielina. Viene fornita una breve panoramica delle prove sui problemi di compliance arteriosa, sui problemi di compliance intracranica, sui problemi del ritorno venoso e sui problemi dell’ ipoperfusione nella SM.
Infine viene fornito un razionale per la conduzione di studi clinici che esaminino la possibilità di cambiamenti nella dieta, il trattamento con ossigeno iperbarico e gli approcci per migliorare il ritorno venoso come mezzi per migliorare la SM.
Fonte: http://www.jneuro.com/…/time-to-revisit-nonpharmacological-…