Sindrome di Rett: l’antidepressivo Mirtazapina potrebbe curarla

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La sindrome di Rett è una malattia neurologica genetica rara che provoca dei ritardi mentali in una bambina su 10.000. Secondo un recente studio, l’antidepressivo Mirtazapina potrebbe avere degli effetti benefici sui sintomi della sindrome. La ricerca, pubblicata su Scientific Reports, è stata realizzata da un team di scienziati dell’Università di Trieste con la collaborazione di Telethon, fondazione Foreman-Casali, Beneficentia Stiftung e Compagnia San Paolo. Le ragazze affette da questa sindrome presentano uno sviluppo fisico e mentale fino all’età di due anni, per poi regredire nel giro di pochi mesi con un rallentamento della crescita e una riduzione delle dimensioni del cervello. La ricerca svolta ha dimostrato che il ritmo della respirazione potrebbe essere normalizzata con mirtazapina senza effetti collaterali. Al quarto congresso europeo sulla sindrome di Rett sono stati presentati i risultati dello studio. “La mirtazapina – afferma l’autore della ricerca Enrico Tongiorgiha un profilo di sicurezza molto buono rispetto ad altri antidepressivi. L’abbiamo selezionata perché induce un aumento dei neurotrasmettitori serotonina e noradrenalina i cui livelli sono ridotti nei cervelli delle bambine Rett“. I neuroni, a causa della sindrome, non controllano la loro attività sinaptica e inviano dei segnali elettrici che possono provocare delle crisi epilettiche. Il trattamento con mirtazapina, invece, normalizza l’attività cerebrale. Questa recente scoperta potrebbe aiutare molte famiglia ad affrontare la sindrome e a superarla. 

 

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