Nel corso della mattinata odierna, durante l’infuriare dell’impetuosa libecciata proveniente dal mar Ligure e dall’alto Tirreno, la nuova stazione meteorologica automatica installata sul Passo della Croce Arcana, al confine tra le province di Modena e Pistoia, a circa 1749 metri di altezza, sull’Appennino Tosco-Emiliano, ha registrato una raffica eccezionale di picco di ben 238 km/h, in presenza di un fortissimo flusso libecciale che ha spazzato i crinali appenninici, con raffiche che hanno oltrepassato i 170-180 km/h. Nonostante la violentissima raffica la stazione meteo è stata in grado di reggere all’incredibile potenza eolica, che in quella zona non scherza per niente, specie quando si attivano i venti di ostro e libeccio. Ma l’aspetto che più ha impressionato è stata la velocità media sostenuta raggiunta dal vento. Per oltre 4 ore consecutive si è mantenuta sopra la soglia dei 150 km/h, toccando un picco massimo di poco sopra i 180 km/h. Un dato veramente sorprendente che evidenziato il grandissimo potenziale eolico di quest’area non appena si attivano i venti di ostro e libeccio, che valicano il crinale appenninico per gettarsi con fortissime raffiche sul versante emiliano. Va ricordato che la stazione di Passo della Croce Arcana, gestita con grande cura dal gruppo di Meteosestola, è attiva solo da qualche anno. Di sicuro nei prossimi mesi, non appena si presenta una nuova e più intensa libecciata, sarà in grado di fornire delle performance migliori.
Già negli anni scorsi, durante le intense libecciate, si era resa protagonista di altri dati eolici particolarmente ragguardevoli, con picchi di oltre i 200 km/h. Ma stavolta, pur in presenza di un “gradiente barico” molto meno intenso di molte libecciate che hanno interessato l’Appennino Tosco-Emiliano negli anni scorsi, l’anemometro della stazione di Passo della Croce Arcana è riuscito a dare il meglio di se, toccando addirittura il picco di ben 238 km/h. Parliamo di una raffica da record, malgrado l’altezza, per l’intero territorio nazionale. Ancora però è troppo presto per parlare di record nazionale di massima raffica, dato che sulle Alpi, anche se a quote superiori, sono presenti altre stazioni che hanno registrato, in passato, picchi di massima raffica superiori ai 200-220 km/h. Ma su questo occorre fare una verifica, per vedere se realmente, alcune di queste stazioni, in passato, abbiano archiviato raffiche di picco superiori ai 238 km/h.
In Svizzera, a Konkordiahuette (2856 metri), nella giornata del 5 Gennaio 2012 è stata segnata una massima raffica di ben 275 km/h. Va anche ricordato che il record ufficiale di massima raffica, a livello nazionale, per le località che sorgono sul livello del mare, è quello di Trieste, con i 171 km/h registrati il 2 Febbraio 1954, in una situazione di bora furiosa. Parliamo ovviamente del record ufficiale, ma bisogna fare un po’ di attenzione. In realtà, il 10 Marzo 2010, l’anemometro dell’Istituto Nautico, posizionato nel porto del capoluogo della Venezia Giulia (in uno dei punti meglio esposti alle potenti raffiche “Catabatiche” da E-NE che scivolano da Postumia), sempre in una giornata di bora violentissima, aveva registrato una massima raffica di ben 188 km/h, scalzando di fatto il vecchio record cittadino. Ma nelle Bocche di Bonifacio, in prossimità delle coste corse, una stazione amatoriale registrò una raffica estrema di ben 220 km/h (siamo ben lontani dai 171 km/h triestini) durante una potente maestralata che si è canalizzata all’interno del braccio di mare, che separa le coste sarde da quelle corse, uscendo con raffiche violentissime verso il Tirreno centrale.
Quei 220 km/h, fatti proprio all’interno delle Bocche di Bonifacio, uno dei tratti di mare più tempestosi dell’intero mar Mediterraneo (chi ha avuto l’onore di doppiarlo in barca a vela lo sa molto bene), rappresenterebbero il vero record nazionale di raffica più forte mai registrata in una località a livello del mare. Neanche sul golfo di Trieste, anche nella giornate di “bora scura” molto potente, con un fittissimo “gradiente barico orizzontale” sulle Alpi Dinariche, disposto con asse E-NE – O-SO (la configurazione che sovente accompagna le sfuriate di bora più potenti sull’Istria, la costa slovena e il Golfo di Trieste), si riescono ad oltrepassare i 200 km/h, come avviene dentro le Bocche di Bonifacio e negli specchi d’acqua limitrofi ad esse, durante l’infuriare dei venti di ponente e del violento maestrale.