Il mondo trema per il virus Zika ma la soluzione per contenere l’espansione della malattia potrebbe arrivare (anche) da Bologna. Al Centro Agricoltura Ambiente “G. Nicoli” di Crevalcore, infatti, sono convinti che per arginare il dilagare di Zika possa tornare utile la tecnica sperimentata in Emilia-Romagna sulle zanzare tigre, “parente stretta di Aedes aegypti, la specie indicata come principale vettore del virus Zika nei paesi del Sudamerica”, come si legge in una nota del centro. La tecnica “innovativa” messa a punto a Crevalcore e’ la cosiddetta tecnica dell’insetto sterile (Sit), in grado di contenere la capacita’ riproduttiva delle zanzare responsabili della trasmissione del virus. In sostanza viene immessa nell’ambiente una grande quantita’ di maschi allevati in laboratorio e resi sterili, ma in grado di accoppiarsi con le femmine selvatiche rendendole a loro volta sterili. “Il ripetuto rilascio di maschi sterili- si afferma nel comunicato- porta alla diminuzione progressiva del numero di zanzare e quindi del rischio di trasmissione del virus. Da anni Caa lavora a questa tecnologia che ha dato ottimi risultati in progetti pilota condotti in aree dell’Emilia-Romagna”. La ricerca sulla tecnologia Sit e’ iniziata nel 1999 ad opera di un gruppo di lavoro composto, oltre che dal Centro di Crevalcore, anche dall’International Atomic Energy Agency (IAEA), dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali dell’Universita’ di Bologna, dal Dipartimento di Genetica e Biologia Molecolare della Sapienza, da ENEA-CR Casaccia Sezione Biotec-Agro e dal Servizio Fisica Sanitaria dell’Arcispedale S.Anna di Ferrara. Romeo Bellini, direttore del Centro Agricoltura Ambiente, non ha dubbi sulla possibile efficacia della tecnologia Sit per la riduzione dell’epidemia di Zika. “Gli esperimenti condotti in diversi ambienti della nostra Regione- afferma- hanno evidenziato che e’ possibile indurre un consistente calo delle densita’ di zanzare presenti. I risultati sono stati pubblicati su numerose riviste scientifiche”.