Nel marzo 2015 anche in Italia si sono registrati ben 4 casi di virus Zika, tutti su viaggiatori “provenienti da Paesi dove la malattia e’ endemica e che comunque non aveva relazione con donne in gravidanza“, e tutti risolti senza alcuna complicanza. Da allora non sono stati segnalati altri casi simili. Per Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanita’, per l’Italia la minaccia è remota. “Puo’ succedere – ha dichiarato Rezza all’Agi – che una persona che si e’ infettata in un Paese dell’America latina venga punta da una zanzara tigre che poi trasmette il virus ad altri. E’ gia’ successo con la Dengue, di cui c’e’ stata un’epidemina in Francia Meridionale la scorsa estate e con la Chikungunya di cui abbiamo avuto un focolaio in Italia nel 2007“. Il ministero della Salute, ha spiegato il professore, “ha messo a punto i test diagnostici per la Zika anche grazie alla collaborazione internazionale“.
I 4 casi di contagio di virus Zika registratisi in Italia, come spiega all’ANSA il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani, Giuseppe Ippolito, riguardano ”4 italiani che rientravano dal Brasile ed i casi si riferiscono alla Primavera 2015. Tre pazienti sono stati trattati allo Spallanzani di Roma ed uno a Firenze. Attualmente, stanno bene”. Il virus, che se prese da una donna in gravidanza causa malformazioni nei neonati, ha già colpito 22 Paesi in America Latina e la Gran Bretagna (con 3 casi segnalati).