Cercare di mantenere un peso corporeo stabile dopo i 40 anni potrebbe aiutare ad invecchiare senza lievi problemi cognitivi lievi che possono poi causare demenza senile. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Neurology, dunque, perdere peso progressivamente a partire dalla mezza età potrebbe aumentare il rischio di soffrire di indebolimento cognitivo lieve, condizione che può essere preludio di demenza. La ricerca è stata condotta da Rosebud Roberts della Mayo Clinic di Rochester e ha preso in considerazione un campione di 70enni e over-70 afferenti allo studio “Mayo Clinic Study of Aging“, iniziato nel 2004. Peso e altezza dei partecipanti sono stati monitorati periodicamente a partire da 40 anni e fino a 65 anni. I ricercatori hanno così appurato che coloro i quali dalla mezza età alla vecchiaia perdevano peso progressivamente, erano più a rischio di manifestare un lieve indebolimento cognitivo con l’avanzare dell’età. Nello specifico perdere quasi 5 kg ogni 10 anni è risultato associato a un rischio del 24% maggiore di andare incontro a una forma di lieve indebolimento cognitivo. Ciò che non è ancora chiaro è se la perdita di peso associata a declino cognitivo sia intenzionale, cioè da imputarsi magari a una dieta, o meno. “In sintesi – scrivono gli autori del lavoro – i nostri risultati suggeriscono che la perdita di peso progressiva dalla mezza età all’età anziana è un indicatore del rischio di declino cognitivo lieve e potrebbe dunque essere un segnale per capire precocemente chi è a rischio di declino e, indirettamente, di demenza”.