Lo smog presente nell’aria che respiriamo, soprattutto le polveri sottili o ‘particolato fine’ legato ad esempio agli scarichi delle vetture diesel e benzina, può aumentare il rischio di parto prematuro. A giungere a questa conclusione è stata una ricerca pubblicata sulla rivista Environmental Health, secondo cui il rischio va dal 19 al 28% in più, con effetti più evidenti se la gestante è esposta a questo tipo di particelle, di diametro inferiore a 2,5 micrometri (PM2,5), ovvero 30 volte più piccolo del diametro di un capello, nel terzo trimestre di gravidanza. Lo studio è stato condotto da Emily DeFranco dell’ospedale pediatrico e Università di Cincinnati e ha preso in considerazione quasi 225 mila nascite tra il 2007 e il 2010, oltre ai dati disponibili sull’inquinamento urbano nelle diverse aree di residenza delle gestanti. In particolare gli esperti hanno considerato le concentrazioni di polveri sottili di tipo PM2,5 le cui dimensioni fanno sì che vengano respirate e possono arrivare fino alla parte più profonda dell’apparato, raggiungendo così i bronchi. Si tratta comunque di piccoli rischi, spiega DeFranco, ma di entità complessiva potenzialmente rilevante, dato che più di una gestante su 10 potrebbe essere esposta a grosse quantità di queste particelle inquinanti nelle grandi aree urbane.