Accadde oggi: nel 1955 nasce la panna spray, frutto delle ristrettezze post-belliche

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Durante la seconda guerra mondiale tutti i paesi del mondo, e persino gli apparentemente invincibili Stati Uniti d’America, soffrirono a causa del razionamento alimentare. I prodotti che divennero merce rara furono tantissimi e tra questi anche la panna. Fu così che un intraprendente imprenditore tessile di St. Louis, nel Missouri, il trentenne Aaron Soffer Lapin, inventò la Sta-whip, ovvero un surrogato della panna a base di olio vegetale e iniziò a venderla porta a porta. Lapin, chiamato “Bunny” dagli amici, ideò anche una maniera per proporre la sua crema già montata. Dato che sempre lui aveva inventato uno strumento, il Fount-Wip, che faceva spumeggiare la sua panna utilizzando la pressione del gas, pensò bene di metterla in una bomboletta spray contenente ossido di azoto, presente sul mercato già dal 1946. In questo modo la crema a base vegetale veniva montata azionando una valvola che, grazie ad una guarnizione elastica, si auto-sigillava garantendo pressione e freschezza all’interno della bomboletta.

Fu così che nel 1948 nacquero le famose e fortunate bombolette Reddi-Wip, ancora oggi la panna montata più famosa degli Stati Uniti, tanto da essere celebrata con un National Whipped Cream Day, celebrato il 5 gennaio, giorno in cui nacque Lapin. Il successo delle bombolette di “Bunny”, fu tale che il 2 maggio 1949 ne chiese il brevetto, per evitare plagi; la concessione arrivò proprio il 10 marzo 1955, quando il prodotto era in vendita in tutta la nazione già da un anno. L’inventore aveva solo 49 anni quando, già ricchissimo, nel 1963 decise di vivere di rendita vendendo la sua azienda alla compagnia Norton Simon, oggi ConAgra Food. Quest’ultima produce ancora ai giorni nostri la panna spray a Holland, nel Michigan, in sei varietà: classica, dietetica e priva di grassi, senza lattosio, con cioccolato ed extra-cremosa, tutte con un particolare meccanismo in grado azionarsi direttamente in bocca. Un vero successo dunque, ma nulla a che vedere con la vera panna di latte, priva di quel sapore “finto” tipico della panna vegetale. L’ennesimo prodotto di bassa qualità, che nato in un periodo in cui non c’era di meglio, è considerato una “prelibatezza”, nonostante gli ingredienti per niente naturali.

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