Astronomia: due premi per la missione Dawn

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Grandi soddisfazioni per il team di Dawn, la sonda NASA in ricognizione sulla rotta dell’asteroide Vesta e del pianeta nano Cerere grazie anche allo spettrometro VIR-MS fornito da ASI e a guida scientifica INAF. Ottenuti due importanti riconoscimenti: il National Aeronautic Association Robert J. Collier Trophy e il National Space Club and Foundation’s Nelson P. Jackson Award. Il primo viene assegnato ogni anno “per il più grande risultato in aeronautica o astronautica ottenuto in America rispetto al miglioramento della performance, dell’efficienza e della sicurezza di veicoli spaziali”. Istituito nel 1911, il Robert J. Collier Trophy è stato in passato conferito a giganti dell’esplorazione spaziale quali il programma Voyager (1980) e il Mars Science Laboratory della NASA (2012).

Dawn, che ha dovuto competere con altri 9 finalisti, entra dunque di diritto nella grande tradizione delle missioni che stanno facendo la storia dello spazio. Un traguardo confermato anche dal secondo premio appena ricevuto: il Nelson P. Jackson Award, assegnato per “un contributo significativo nella missilistica, nell’aeronautica o nel settore spaziale”.

La sonda Dawn, frutto di una collaborazione tra la NASA, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR), è stata selezionata nel 2001 nell’ambito del Programma Discovery.  Lanciata nello spazio nel 2007, ha raggiunto l’orbita di Vesta nel 2011, rimanendovi per circa 18 mesi. Durante questo periodo ha raccolto una grande quantità di dati, consentendo ai ricercatori di tracciare un quadro completo dell’asteroide – l’unico che presenta segni evidenti di un’evoluzione termica complessa e simile a quella dei pianeti terrestri. Dawn si è poi diretta alla volta del pianeta nano Cerere, che ha raggiunto dopo un viaggio di più di 28 mesi sotto la spinta del suo motore a ioni.

La sonda è entrata ufficialmente nel campo gravitazionale di Cerere il 6 marzo 2015, e ha dunque recentemente “festeggiato” un anno attorno al pianeta nano. Raggiungendo così anche un altro record, quello della prima missione ad aver osservato in modo continuativo, e non con brevi fly-by, due diversi oggetti del nostro Sistema Solare. Un primato a cui l’Italia ha contribuito in maniera massiccia. Innanzi tutto con lo spettrometro a immagine VIR-MS (Visual-InfraRed Mapping Spectrometer), fornito da ASI e realizzato da Finmeccanica-Selex ES con la guida scientifica dell’INAF-IAPS. Derivato dallo strumento VIRTIS a bordo della missione Rosetta, VIR-MS opera nel visibile e nel vicino infrarosso per effettuare la mappatura iperspettrale degli asteroidi.

Un altro contributo italiano alla missione Dawn – spiega l’ASI – è stato il supporto al team di progetto presso il Jet Propulsion Laboratory durante le operazioni di volo.

I due recenti premi alla sonda NASA confermano dunque ancora una volta il valore degli sforzi italiani nel settore spaziale, che con Dawn hanno contribuito all’affascinante obiettivo di studiare asteroidi e pianeti nani per capire qualcosa di più sull’origine e l’evoluzione del nostro Sistema solare.

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