“Pistole e fucili ad aria compressa, balestre, ma anche archi e frecce sono queste le armi usate per uccidere oltre 15.500 cani e gatti solo lo scorso anno, ma la conta potrebbe essere molto più alta se si tiene conto degli uccellini e delle rondini abbattute specialmente con le pistole e i fucili ad aria compressa un po in tutta Italia,” spiega l’Associazione AIDAA. “Il dato peggiore riguarda i cani ammazzati a centinaia da persone rimaste spesso ignote che hanno colpito a casaccio o che hanno sparato nel mucchio dei cani, anche i gatti rimasti uccisi sono stati almeno 3.000 quasi quanti ne ha ucciso il veleno distribuito. Ma anche oltre duecento cani di proprietà sono stati uccisi alla stessa maniera. Le regioni dove si sono verificati i maggiori ammazzamenti di cani e gatti sono quelle del sud seguite da Piemonte e Lombardia“.
“Non avevamo mai preso in considerazione questo aspetto del maltrattamento dei cani e gatti anche perché spesso si tratta di uccisioni non denunciate in quanto vengono colpiti i cani randagi – dichiara Lorenzo Croce presidente di AIDAA – ma come dicono i dati raccolti in questi giorni attraverso le testimonianze dei nostri responsabili locali e attraverso le segnalazioni dei social il fenomeno è tutt’altro che secondario e per questo chiediamo al ministro Alfano di non lasciare alla libera vendita queste che sono vere e proprie armi letali per molti animali ed in qualche caso anche per gli umani”.