Se le emissioni di gas serra manterranno il loro livello attuale, lo scioglimento della calotta polare antartica basterebbe da sola a far aumentare di un metro il livello degli oceani di qui al 2100, raddoppiando le precedenti stime globali sul cambiamento dei livelli del mare: è quanto risulta da uno studio pubblicato dalla rivista scientifica “Nature”. Più a lungo termine, l’innalzamento legato alla sola Antartide potrebbe superare i 15 metri entro il 2500: “Sarebbe un disastro per numerose città a bassa quota, ma la buona notizia è che una drastica riduzione delle emissioni limiterebbe questo rischio di scioglimento su grande scala” ha spiegato Robert de Conto, uno degli autori dello studio. Fino ad ora il panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) prevedeva un innalzamento globale degli oceani compreso fra i 26 e gli 82 centimetri entro il 2100, di cui solo 12 centimetri legati allo scioglimento della calotta polare antartica. Lo studio condotto dalle università statunitensi di Amherst e Pennsylvania State integra nel modello di previsione il riscaldamento atmosferico e la dinamica dei ghiacciai, confrontando le ipotesi con quanto accaduto nei precedenti episodi legati ad epoche “calde” come il Pliocene e l’ultima era interglaciale (125mila anni fa), in cui a temperature medie di poco più elevate rispetto alle attuali corrispondevano livelli dei mari superiori di almeno sei metri. Lo studio prende in esame tre diversi scenari: il peggiore è quello in cui le emissioni continuano al livello attuale, caso in cui il livello degli oceani dovuti ai ghiacci antartici sarà superiore di un metro nel 2100 e di 13 metri nel 2500; se invece si riuscisse a limitare il riscaldamento globale a due gradi centigradi, non vi saranno cambiamenti nel 2100 e appena 20 centimetri in più nel 2500; nel terzo caso, intermedio, gli innalzamenti sarebbero rispettivamente di 32 centimetri e di cinque metri.