Incidenti in montagna: “la tragedia è quotidianamente dietro l’angolo”

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Nonostante sia stata una stagione povera di neve, tanti sono le morti che hanno riguardato alpinisti e sciatori. Giovanni Brasso, presidente della Sestrieres, la società che gestisce gli impianti di risalita della Vialattea – il comprensorio piemontese delle Alpi olimpiche, circa 300 chilometri di piste da Sestriere a Monginevro – smorza l’allarme: “Per quanto ci riguarda siamo in massima sicurezza, ma sempre per quanto si possa essere esserlo quando c’è di mezzo la montagna. Mi spiego: la tragedia è quotidianamente dietro l’angolo. Come società di impianti, possiamo fare il massimo per offrire garanzie, ma se poi trovi persone che vogliono andare oltre se stessi e provare l’adrenalina del proibito, nessuno può farci niente. Io paragono gli sciatori ai subacquei: chi scende troppo in profondità sa a cosa va incontro“, dice a LaPresse.

Brasso entra nel dettaglio, in maniera da sgomberare il campo da equivoci: “In condizioni particolari, quando nevica tanto e si alzano le temperature, ci andrebbe più prudenza. Questa settimana ho preteso che non venissero aperti né il canalino di Rio Nero né lo ski-lift di risalita. In quel canalino sono già morte otto persone. Eppure, alle nove di mattina, era già pieno di tracce di sci e di snowbaoard. Mi sono arrabbiato e… arreso“. Per quanto riguarda gli incidenti sulle piste, il discorso è analogo affermando che sarebbe necessaria una maggiore presenza delle forze dell’ordine. Quando ci sono tanti ospiti, quando diventa complicato persino fare una curva, la possibilità di incidenti aumenta. Anzi, in considerazione della gente che scia in questi meravigliosi giorni di marzo, ritengo che si siano registrate poche situazioni gravi. Esiste l’imponderabile, sì, ma esiste pure il buonsenso. Chi fa il matto rischia di fare male a se stesso e agli altri“.

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