Italiani uccisi in Zimbabwe: trapelano dettagli, ecco i nomi delle vittime

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La dinamica della morte dei due italiani in Zimbabwe non è ancora chiara, ma da una prima ricostruzione sembrerebbe che siano stati uccisi per errore dalle squadre del parco nazionale di Mana Pools, dove il 50enne padovano Claudio Chiarelli si trovava in veste di guida safari professionista per fornire supporto logistico alle autorità locali nell’ambito di una campagna anti-bracconaggio. È quanto apprende LaPresse dall’ambasciata d’Italia a Harare. Non pare che i due siano stati uccisi da bracconieri. Chiarelli era accompagnato dal figlio Massimiliano, anch’egli rimasto ucciso. Padre e figlio vivevano e lavoravano in Zimbabwe. Il parco di Mana Pools si trova nel nord dello Zimbabwe, vicino al confine con lo Zambia. Il ragazzo aveva 19 anni, ed era nato proprio nel Paese africano. I due, secondo una prima ipotesi, sarebbero stati uccisi perché scambiati per bracconieri. La circostanza però sarebbe ancora tutta da chiarire.

Due italiani uccisi in Zimbabwe: forse scambiati per bracconieri

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