Tecnologie avanzate, Internet e innovazione; ormai non sembra più esserci spazio per libri polverosi, musei e siti archeologici. Eppure, c’è chi di sculture e quadri ne ha sentito solo parlare, ma non ha mai potuto osservare la bellezze di queste opere d’arte. Per questo motivo, nasce nel Museo del Prado a Madrid la prima mostra per non vedenti dove i quadri possono essere toccati con mano. Dimenticato il divieto “guardare, ma non toccare”, all’interno del museo sono stati così creati copie di dipinti di noti artisti, tra cui: El Greco e Francisco Goya. Ovviamente è stata utilizzata la pittura in rilievo, che dà al dipinti volume e consistenza così da permettere ai visitatori di creare un’immagine mentale del dipinto. Ogni visitatore non vedente è munito di cassette audio, che spiegano quale possa essere il modo migliore per entrare in contatto con l’opera d’arte ed un cane che guida il visitatore lungo tutto il percorso.
Altre iniziative. Quello del Museo del Prado non è il primo caso al mondo, già i musei di altri nazioni hanno utilizzato questa tecnica per la riproduzione delle opere d’arte. Si tratta, però, del primo caso in cui un Museo utilizza opere fedeli alle originali e non in bianco e nero o in formato più piccolo. Un altro museo di Madrid permette di toccare con mano 34 modellini dei principali monumenti simbolo di alcuni paesi del mondo come la Torre Eiffel, il Taj Mahal ed il Cremlino. Nel mondo, il museo leader nell’organizzazione di alcune attività per non vedenti è il MoMA di New York. Al museo del Prado, l’esposizione temporanea è stata organizzato con il supporto dell’Once, l’organizzazione dei ciechi spagnoli, che sta portando avanti diversi progetti per rendere i musei accessibili.
Museo del Prado. L’edificio che lo ospita fu edificato da Carlo III di Spagna e realizzato da uno dei suoi architetti preferiti: Juan Villanueva. Nonostante la costruzione avvenga durante i regni di Carlo III e Carlo IV di Spagna; al suo completamento, avvenuto durante il XIX secolo, le truppe francesi in Spagna e la guerra di indipendenza successiva lasciarono pesanti tracce sull’edificio arrivando alla sua distruzione totale. Grazie alla volontà di Ferdinando VII e della sua seconda moglie Maria Isabella di Braganza, a partire dal 1818 inizia il recupero della struttura. Attualmente, l’edificio è composto da una struttura centrale e da alcune gallerie allungate che finiscono in baldacchini quadrati. La struttura vede anche una facciata nord, che corrisponde alla seconda pianta dell’edificio ed una facciata sud provvista di un’anticamera di accesso all’interno di una loggia. All’estero di trova la Porta di Velàzquez con un frontone di ordine dorico che incorpora il rilievo dell’attico, le statue ed i medaglioni allegorici del re Fernando VII protettore delle scienze, delle arti e della tecnica. Di fronte troviamo la statua di Velàzquez inaugurata nel 1899 con una cerimonia molto commovente, durante la quale si rese omaggio e riconoscimento al pittore Velazquez e alla pittura spagnola.