Medicina: aumentano le richieste di ingrandimento del pene

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Secondo un recente studio pubblicato sul “British Journal of Urology International“, le dimensioni standard di un organo genitale maschile corrispondono a 9,16 cm quando è a riposo e a 13,12 cm in erezione. A rircordarlo sono gli esperti della Società italiana di chirurgia genitale maschile (Sicgem), in occasione della VI edizione della Conferenza italiana per lo studio e la ricerca sulle ulcere, piaghe, ferite e la riparazione tessutale (Corte), a Roma. Secondo lo psichiatra del South London and Maudsley Nhs Foundation Trust, David Veale ha ottenuto lo stesso risultato valutando 17 studi scientifici condotti su 15.521 uomini. Le eccezioni sono rare: solo 5 uomini su 100 possono vantare misure sopra i 16 cm e, d’altra parte, solo 5 su 100 sono sotto i 10 cm.

L’apice della classifica è toccata dai sudamericani e dagli africani con un pene intorno ai 15-16 cm, seguono gli italiani che si collocano tra i 14,88 ed i 16,09 cm in erezione. Quarto posto per gli Stati Uniti, invece, molto male per cinesi, giapponesi, coreani e indiani che arrivano ad un massimo di 11,66 cm. Sebbene quindi la dimensione oggettivamente ridotta sia un problema limitato, “sempre più uomini anche in Italia richiedono l’allungamento e l’ingrandimento chirurgico”, spiega Giovanni Alei, associato di Urologia alla I Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza e presidente della Sicgem. Proprio oggi a Roma saranno illustrate le innovazioni chirurgiche in grado di rispondere alle richieste dei pazienti. Per l’allungamento, generalmente, si utilizza un distanziatore in silicone fra il pube e la base del pene, confezionato sulle caratteristiche anatomiche del paziente.

Per l’ingrandimento, invece, il problema riscontrato nelle tecniche tradizionali è legato al grasso utilizzato. In questo caso, i pazienti avvertono come se avessero uno strato di gommapiuma tra la cute ed i corpi cavernosi. “Le tecniche più attuali – commenta Alei – consentono aumenti di dimensione intorno al 25-30% rispetto a quelle iniziali, restituendo sicurezza e piena facoltà di intraprendere una vita di relazione normale. Ad oggi abbiamo operato più di 500 pazienti, effettuando in alcuni casi entrambi gli interventi di allungamento e ingrandimento, associando a volte l’asportazione del grasso pubico“.

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