Medicina: “Tempo è cervello”, al via il 14 marzo la settimana mondiale

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“Tempo è cervello”: all’insegna di questo slogan, si celebra dal 14 al 20 marzo la Settimana mondiale del cervello, promossa in Italia dalla Società italiana di neurologia. Con l’edizione 2016, la sesta, l’obiettivo della Sin è “declinare il rapporto tra il tempo e le malattie neurologiche. Non solo con riferimento all’urgenza, ma anche all’esigenza di diagnosi tempestive e di soluzioni anticipatorie nelle malattie croniche“, hanno spiegato gli esperti intervenuti all’incontro di presentazione a Milano. “Il fattore tempo è cruciale in medicina e in particolare in ambito neurologico: il neurologo lotta contro il tempo per limitare i danni al cervello – sottolinea Leandro Provinciali, presidente della Sin – La rapidità e l’accuratezza dell’intervento neurologico, subito dopo la comparsa dei primi sintomi, consentono infatti di ridurre o annullare i danni che spesso condizionano fortemente la qualità di vita dei malati. Oltre a ciò, la diagnosi precoce risulta preziosa in molte malattie“. Il tempo, per esempio, è cruciale contro l’infarto cerebrale: nell’ictus ischemico in fase acuta – ricordano i neurologi – la nuova frontiera è la combinazione di trombolisi sistemica e trombectomia meccanica, ma l’efficacia di questo mix dipende dal tempo e qualifica l’ictus come emergenza tempo-dipendente. In particolare, la trombectomia meccanica dovrebbe essere eseguita entro 6 ore dall’esordio dei sintomi. Gli specialisti chiedono dunque di “riorganizzare il sistema di cura nel nostro Paese, per garantire a tutti i pazienti candidati la miglior cura possibile”. Contro l’ictus, avvertono infatti i neurologi, “il recupero del ritardo evitabile si fonda sull’efficienza organizzativa del percorso clinico“. Anche nell’Alzheimer il tempo fa la differenza. Prima che con i sintomi della demenza vera e propria, la malattia si manifesta infatti con disturbi della memoria episodica (la capacità di ricordare eventi legati a un preciso momento): è la cosiddetta ‘Mild Cognitive Impairment’ (Mci), una condizione diagnosticabile con opportune valutazioni neuropsicologiche. E nel Parkinson? Una delle scoperte più importanti degli ultimi anni, ricorda la Sin, è la dimostrazione che il processo neurodegenerativo alla base della malattia inizia molti anni prima della comparsa dei sintomi motori, e che spesso durante questa fase possono essere presente manifestazioni non motorie. “Individuare le persone a rischio significa sperare di poter intervenire precocemente con farmaci neuroprotettivi“. Tempo uguale cervello pure nella sclerosi multipla, “una malattia che oggi è relativamente agevole identificare – dicono i neurologi – se si è in grado di valorizzare i sintomi specifici e si effettuano e interpretano correttamente gli esami“. Ed “è stato dimostrato che iniziare una terapia precocemente causa, a distanza di tempo, un minor accumulo di disabilità e una maggiore autonomia. Al contrario, ritardare l’inizio di una terapia può essere responsabile della comparsa di disturbi non più reversibili e recuperabili“. In occasione della Settimana mondiale del cervello, la Sin prevede l’organizzazione sul territorio nazionale di incontri divulgativi, convegni scientifici e attività per gli studenti delle scuole elementari e medie.

Il dettaglio delle iniziative è consultabile online all’indirizzo www.neuro.it.

A livello internazionale, la ‘Brain Awareness Week’ è promossa dalla European Dana Alliance for the Brain in Europa, e dalla Dana Alliance for the Brain Initiatives e dalla Society for Neuroscience negli Usa. A questa aderiscono ogni anno società neuroscientifiche di tutto il mondo, tra cui dal 2010 anche la Sin che rappresenta circa 3 mila specialisti neurologi el nostro Paese

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