Eseguire radiografie muoniche da applicare alle prospezioni geofisiche: con questo obiettivo nella Galleria Borbonica di Napoli è stato installato un rivelatore di particelle, che l’8 marzo ha inaugurato la sua attività. Il progetto nasce dalla collaborazione del distretto ad alta tecnologia STRESS con la Sezione INFN di Napoli, e vede il coinvolgimento della società TECNO-IN spa e il supporto dell’Associazione Borbonica Sotterranea. L’obiettivo della ricerca è ottenere mappature del sottosuolo attraverso una metodologia che a Napoli è la prima volta che viene sperimentata in ambito civile e ambientale. Come nel caso della tecnologia che consente di realizzare le comuni radiografie a raggi X, la radiografia muonica permette di ricostruire le tracce lasciate dai muoni, particelle elementari che hanno carica elettrica pari a quella dell’elettrone e massa 200 volte maggiore, e che hanno la caratteristica di riuscire ad attraversare grandi spessori di parete, penetrando piuttosto in profondità.
“In particolare, la finalità del progetto consiste nel verificare la capacità del rivelatore di evidenziare alcune cavità che sappiamo essere presenti al di sopra di esso: attualmente, infatti, di trova collocato in prossimità di una cisterna”, spiega Giulio Saracino, ricercatore INFN e professore all’Università Federico II di Napoli, che collabora al progetto. “In una seconda fase, invece, il rivelatore verrà dislocato in maniera da poter individuare eventuali cavità non ancora note o delle quali non si conosce così esattamente la posizione”, conclude Saracino.