All’inizio di Febbraio il Corpo Forestale dello Stato ha sventato un nuovo tentativo di frode. Oltre 85 tonnellate di olive sequestrate sono risultate colorate con solfato di rame, con colorante E141 e altre violazioni che riguardano l‘uso falso del ‘made in Italy’ (si trattava infatti di olive spagnole e greche) e del marchio d’origine, oltre al cattivo stato di conservazione.
Elga Baviera, biologia ed esperta in Igiene degli alimenti e sicurezza alimentare,in un report per l’AdnKronos Salute, ha analizzato le principali tecniche di contraffazione delle olive, con utili consigli per difendersi da truffe e da insidie per la Salute.
Come può un consumatore difendersi e riconoscere la contraffazione delle olive? “Una sensazione olfattiva, percepita direttamente o per via retronasale, caratteristica delle olive colpite da muffe o che hanno subito un processo di irrancidimento; un sapore di cotto, caratteristico delle olive che hanno subito un riscaldamento troppo intenso o prolungato durante la pastorizzazione o la sterilizzazione; una sensazione olfattivo-gustativa che ricorda il sapone o i metalli o la polvere“, ha dichiarato l’esperta.
Per non incappare in simili truffe, la biologa consiglia di “ Leggere attentamente le etichette. Se si opta per un prodotto naturale o biologico bisognerebbe controllare che tra gli ingredienti non compiano codici di additivi. Diffidiamo poi dei colori sgargianti, delle tonalità accese e uniformi che potrebbero nascondere prodotti mal conservati o stoccati da tanto tempo e quindi trattati”.
Per quanto riguarda il colore? “Con il sistema naturale spesso si ottiene una colorazione che può risultare meno apprezzata da alcuni consumatori che la possono percepire erroneamente come un difetto. Di per sé il colore non è sinonimo di gusto o aroma in un alimento. Tuttavia siamo abbagliati da prodotti che sono spesso commercializzati tenendo conto della ‘scarsa educazione alimentare’ del consumatore. Il buon senso indicherebbe comunque cautela e attenzione verso tutti quei prodotti belli, colorati e perfetti: in una sola parola ‘innaturali’. Ed è proprio sul colore che hanno agito alcune ‘cellule criminali’, che hanno messo su un’organizzazione attraverso cui si commercializzavano olive da tavola colorate, in gergo ‘verniciate’, utilizzando il solfato di rame e il colorante E141 (complessi di clorofille e clorofille rame)”.
“L’E141, così come l’E140 (clorofille e clorofilline), fa parte di quei coloranti organici naturali usati per la colorazione della massa e della superficie degli alimenti, ammesso in alcuni alimenti come le conserve di frutti rossi o gli ortaggi, ma non nelle olive”.
“Il solfato di rame è comunque una sostanza tossica per la maggior parte dei vegetali, soprattutto se usato tal quale e non neutralizzato”.