L’Italia, durante la Settimana Santa, si illumina di feste popolari, processioni, riti religiosi, rappresentazioni sacre, sagre e tradizioni folcloristiche. Se in tanti si recheranno a Roma per prendere parte alle celebrazioni presiedute dal Pontefice, in Sicilia gli eventi sono altrettanto numerosi: tra questi la Festa dei Giudei che avviene ogni anno nel comune di San Fratello, in provincia di Messina, i riti dei Misteri del Venerdì Santo a Trapani, la Via Crucis ad Enna. Suggestivi il Ballo dei Diavoli di Prizzi e “ I Diavulazzi’i Pasqua” di Adrano, in provincia di Catania. In Puglia è Taranto ad essere assunta a emblema della ritualità pasquale della regione. I riti della Settimana Santa di Taranto risalgono all’epoca della dominazione spagnola in Italia e sono stati introdotti nella Città dei due mari dal patrizio tarantino Don Diego Calò che nel 1603 fece costruire a Napoli le statue di Gesù Morto e dell’Addolorata, consegnandole alla Confraternita del Carmine. Caratteristici i perdoni, coppie o poste di Confratelli, così chiamati in ricordo dei pellegrini che si recavano a Roma per ottenere il perdono dei peccati, con la loro andatura lentissima e cadenzata, detta in dialetto “nazzicata”. In Sardegna i riti della Settimana Santa sono particolarmente suggestivi: a Oliena, in provincia di Nuoro, si svolge l’originale rito della Scrocifissione: le pie donne “staccano” Gesù dalla croce e la statua viene portata in due lunghe e sentite processioni lungo le vie del paese, fino al Duomo.
La gente segue il corteo ai lati delle strade e sui balconi, da dove spara in aria con fucili e pistole, annunciando la resurrezione. Ad Alghero la Pasqua ha forti radici ispaniche e si celebra con grande fervore. Per un’antica tradizione, che risale al 1501 (quando nella città si insediò una colonia di Aragonesi) una statua lignea del Cristo viene esposta alla devozione dei fedeli, mentre le donne vestite a lutto vi si affollano per chiedergli la Grazia. Anche qui il venerdì santo c’è il rito della schiodatura del Cristo dalla croce e la sua deposizione nella culla, quando dalla chiesa della Misericordia parte la processione a lume di candele ricoperte da cartoncini rossi. I fedeli avanzano con un antico passo di danza che mima l’atto del cullare il Cristo, mentre le Confraternite sfilano indossando cappucci a punta. La domenica di Pasqua il Cristo risorto incontra la Madonna tra voli di colombe e fuochi d’artificio.
A Cagliari sono le arciconfraternite ad incaricarsi dei numerosi riti pasquali che ruotano intorno ai momenti de “Su Scravamentu” (la deposizione dalla croce) “S’Iscravamentu”(la sepoltura) e “S’incontru” (l’incontro con la Madonna successivo alla resurrezione). Particolarmente suggestiva la Processione delle 7 chiese che risale all’antichissima tradizione medioevale dei pellegrini di far visita alle tombe di Pietro e Paolo. A Sulmona, in Abruzzo, la Pasqua si festeggia con il rito della “Madonna che scappa in piazza”. La rappresentazione si svolge intorno a mezzogiorno, in Piazza Garibaldi. Alle 11.30 vengono portate in piazza le statue di San Giovanni e San Pietro, i due apostoli che, secondo il Vangelo, si accorsero per primi della Resurrezione di Cristo. Le statue vengono poi condotte verso la Chiesa di San Filippo, sotto i cui archi si intravede la statua del Cristo Risorto, che custodisce all’interno una statua della Madonna Addolorata. A questo punto i due Santi bussano al portone della chiesa per annunciare la Risurrezione alla Vergine che, incredula, esce vestita ancora di nero. Nel momento in cui la Madonna vede suo Figlio, comincia a corrergli incontro e lungo il tragitto perde la veste del lutto, scoprendo, tra colombe in volo e spari di mortaretti, uno splendente abito verde ricamato in oro. In Toscana si usa andare per i campi, piantando piccole croci fatte con ramoscelli d’ulivo; in particolare a Firenze, è noto “lo scoppio del carro”: in piazza, di fronte alla cattedrale, viene innalzata una costruzione, il « carro », a cui viene comunicato il fuoco per mezzo di una colombina che corre su un filo e, partendo dall’altar maggiore della chiesa, arriva fuori, fino al carro. Dal modo come va e dalla rapidità con cui i petardi si accendono, si traggono auspici sull’annata e sul raccolto.
Nel Bergamasco, i contadini, al suono delle campane di Pasqua, vanno ad abbracciare gli alberi da frutta, per augurio di buon raccolto. A Cividale del Friuli (Ud) si gioca al “Truc”, un antico gioco che consiste nel far scivolare lungo un catino di sabbia inclinata delle uova di gallina cotte, allo scopo di farle toccare tra loro. Chi riesce a colpire l’uovo dell’avversario vince una monetina o una caramellina. Nella cittadina di Oleggio, in provincia di Novara, per le festività pasquali, si partecipa alla corsa della torta; mentre a Bormio ogni contrada prepara carri allegorici colorati, portati a spalla per le vie del centro. A Mantova da non perdere l’Ostensione dei Sacri Vasi, mentre a Zuglio, in provincia di Udine, si svolge il rito sacro del Bacio delle Croci. A Urbania si tiene il famoso gioco della Punta e cul, nel borgo di Tredozio si svolge la Sagra e il Palio dell’uovo, a Courmayeur “La Paquerette”, tradizionale appuntamento con l’artigianato valdostano. Ed ancora: “Noza da paur” a San Leonardo, lo Sposalizio del mare a Cervia, “Bara de notte” a Porto Recanati, “L’affruntata” a Bagnara Calabra e la Primavera albanese a San Demetrio Corone.