Alla base italiana artica di Ny-Alesund è stato registrato “negli ultimi 20 anni un aumento della temperatura di 1,7 gradi” e “a causa di elevate concentrazioni atmosferiche di inquinanti è in aumento l”Arctic Haze’, una foschia bruno-rossastra” che ci dice che qualcosa non sta funzionando. I ricercatori italiani, in collegamento video dalla stazione Artica “Dirigibile Italia” del Cnr, durante la lezione sul clima “Se si scioglie il ghiaccio artico” hanno manifestato la situazione ad alcune scuole elementari e medie. L’incontro è stato organizzato da Green Cross Italia con il Dipartimento del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che è tenuta questa mattina al Museo dei Bambini di Roma Explora.
I ricercatori hanno ribadito che “la calotta polare artica si sta sciogliendo a un ritmo mai registrato prima a causa del surriscaldamento del Pianeta (5 mln di metri quadri in meno dal 1953 al 2007), conseguenza degli inquinanti dell’attività antropica” e che “l’accelerazione dello scioglimento del ghiaccio marino determina un maggiore assorbimento del calore da parte del mare amplificando il processo“. L’impatto è stato devastante. Infatti “a causa del ritiro del ghiaccio gli orsi che si spostano sulle lastre a caccia di foche sono costretti a spostamenti ancora più estenuanti per cibarsi” e “la penisola di Blomstrand oggi è diventata un’isola”. La stazione scientifica artica “Dirigibile Italia” si trova a Ny-Alesund, nell’arcipelago norvegese delle isole Svalbard e prende il nome dal dirigibile di Umberto Nobile, che nel 1928 partì da Ny-Alesund per raggiungere il Polo Nord in una missione conclusa tragicamente.
“Nel villaggio – sottolinea Angelo Viola, ricercatore del Cnr e relatore della lezione all’Explora di Roma – abbiamo verificato che negli ultimi 20 anni c’è stato un aumento medio della temperatura di 1,7 gradi. Un impatto notevole considerando che riguarda tutto l’Artico“. Il collegamento dalla stazione “Dirigibile Italia”, vi erano Rita Traversi e Laura Caiazzo dell’Università di Firenze, in missione con il Cnr per studiare le conseguenze sull’Artico degli inquinanti prodotti dall’attività antropica dove hanno ribadito agli studenti che “le concentrazioni di aerosol sono maggiori durante il tardo inverno ed in primavera, quando la circolazione atmosferica favorisce il trasporto del particolato dalle aree antropizzate alle medie latitudini” indicando così la presenza di residui solidi dello smog. Secondo le ricercatrici negli ultimi due anni, a causa dello scioglimento dei ghiacci gli orsi si sono spostati vicino alla base per cibarsi di uova di uccelli marini.
“Un’alimentazione insufficiente che modifica inoltre la catena alimentare perché prima le volpi erano le uniche predatrici di questi uccelli“. Dunque, sui cambiamenti climatici, Patrizia Pallara, responsabile dei progetti educativi di Green Cross non ha dubbi e conclude: “Un fenomeno che possiamo e dobbiamo contenere, continuando a studiare il clima e soprattutto cambiando i nostri stili di vita, coinvolgendo anche le nuove generazioni“.