Molto probabilmente una manovra barica del genere nel cuore dell’inverno, fra Dicembre e Febbraio, avrebbe spalancato le porte del gelo russo. Oggi essendo già in Marzo inoltrato, con l’incremento del soleggiamento nelle ore diurne, possiamo parlare di freddo continentale, ma non certo di gelo. Sta di fatto che l’inizio della prossima settimana sarà caratterizzato dal ritorno del freddo, con l’ingresso sulle nostre regioni centro-settentrionali di masse d’aria sempre più fredde, di diretta estrazione polare continentale. Il ritorno del freddo sulle nostre regioni sarà indotto dall’elongazione verso nord-est, in direzione della penisola Scandinava, del promontorio anticiclonico oceanico dinamico. Lo sviluppo di questa struttura anticiclonica verrà agevolato dal passaggio di un “Jet Streak” (massimi di velocità del “getto polare”) che chiuderà alla base l’ampia onda planetaria eretta dall’anticiclone delle Azzorre, disteso con i propri elementi in direzione del mar di Norvegia e della Scandinavia. Il passaggio di questo “Jet Streak” nell’alta troposfera contribuirà a tranciare di netto l’onda anticiclonica azzorriano, favorendo l’isolamento di un “CUT-OFF” anticiclonico fra il basso mar di Norvegia e la penisola Scandinava, dove si isoleranno in quota (attorno i 500 hpa) dei massimi di geopotenziale nell’alta troposfera.
Lo sviluppo di questo “CUT-OFF” anticiclonico favorirà l’isolamento di un robusto nucleo anticiclonico, ben consolidato a tutte le quote, che nel corso della prossima settimana comincerà ad espandersi verso la Scandinavia, presentando dei massimi barici al suolo che supereranno i 1040 hpa sul basso mar di Norvegia. Questo potente “CUT-OFF” anticiclonico, con i suoi elevatissimi massimi di geopotenziale in quota, nel corso dei prossimi giorni rischia di deflettere verso nord il ramo principale del “getto polare” che entra dall’Atlantico.
Ciò provocherà un drastica risalita di latitudine del flusso perturbato principale (zonale) che si troverà a scorrere a latitudini particolarmente alte, fra l’Atlantico settentrionale, il nord della Scandinavia e la costa artica russa, mentre l’intera Europa risentirà di un flusso “antizonale” da E-NE e da NE (sul bordo meridionale dell’anticiclone), nei bassi strati, che piloterà aria piuttosto fredda, d’estrazione polare continentale, dalle pianure della Russia meridionale verso l’Ucraina, la Bielorussia, la Polonia, la Slovacchia, la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Croazia, la Slovenia e l’Austria.
Fra le giornate di martedì e di mercoledì parte di questo flusso freddo “antizonale” si sposterà fino alla Mitteleuropa, ruotando più da Est all’altezza della Germania e della Danimarca. Con questo tipo di assetto barico il bordo più meridionale dell’ampia struttura anticiclonica scivola fino all’Italia settentrionale, al di là dello spartiacque alpino, interagendo direttamente con la circolazione depressionaria che dallo Ionio tenderà a spostarsi in direzione della Grecia e del mare Egeo.
La presenza di questo robusto “CUT-OFF” anticiclonico fra le Isole Britanniche e la Scandinavia, mentre sul Mediterraneo centrale domina una depressione, in lenta fase di colmamento, determinerà la condizione sinottica ideale per l’attivazione della bora sul Golfo di Trieste e lungo le coste di Istria e Dalmazia.
In questo caso, il “gradiente barico orizzontale” (differenze di pressione) che si origina lungo i margini delle due figure bariche antagoniste, origina un intenso flusso nord-orientale o orientale che richiama masse d’aria fredde e molto dense di origine continentale che dalla pianura Danubiana e dall’area dei Carpazi si muovono verso i rilievi dell’altopiano del Carso e le Alpi orientali.
Una volta raggiunti i monti del Carso e le Alpi orientali le masse d’aria fredde e molto dense, di origine continentale, sono costrette a incanalarsi lungo i bassi valichi (definite anche come porte) presenti sui monti del Carso e sulle Alpi Dinariche (Bosnia Erzegovina), per traboccare con furiosi “deflussi” (raffiche di caduta vorticose e turbolenti) verso le coste adriatiche, il breve tratto costiero sloveno e le coste dalmate, fino alle porte di Zara-Zadar, con risentimenti sulle Bocche di Cattaro, in Albania.
Questi valichi naturali, caratteristici del Carso, favoriscono l’incanalamento dei venti, provenienti dai quadranti orientali e settentrionali, convogliandoli, tramite fortissime raffiche di caduta e turbolenti deflussi, che agevolmente possono sfondare la soglia dei 120-130 km/h, in direzione del mar Adriatico. Già dal pomeriggio odierno e dalla successiva serata i primi refoli di aria fredda continentale scesi sulla Russia occidentale dalla Bielorussia e dall’Ucraina occidentale si dipaneranno verso la pianura Ungherese per estendersi successivamente alla Croazia e “canalizzarsi” all’interno dei valichi delle Alpi Dinariche.
Da qui si getteranno sulle coste dell’Istria e della Dalmazia, un po’ meno sul Golfo di Trieste dove si vedranno solo raffiche isolate da E-NE, sotto forma di intense raffiche di caduta di bora (“venti Catabatici”). I venti da NE e E-NE dalle coste dalmate, nel corso del pomeriggio e della serata, si propagheranno molto velocemente alle coste di Romagna e delle Marche, con una ventilazione piuttosto accentuata che non dovrebbe eccederà la soglia d’attenzione.
I venti di bora estendendosi rapidamente verso l’entroterra tenderanno a scavalcare rapidamente l’Appennino Tosco-Emiliano per riversarsi sulle vallate e le coste della Toscana come sostenuti, a tratti intensi, venti di grecale, con una componente piuttosto rafficata. Scivolando dalle vallate dell’Appennino Toscano, per effetto dell’incanalamento orografico, le raffiche potranno acquistare ulteriore velocità durante la discesa sulle coste della Toscana, presentando picchi di oltre i 60 km/h fra il fiorentino, il livornese e il grossetano.
Questa intensa ventilazione da NE e N-NE insisterà sulla Toscana fino alla mattinata di domani, con raffiche anche intense, di oltre i 60 km/h, prima di attenuarsi sensibilmente dal pomeriggio successivo. L’arrivo dei venti nord-orientali provocherà anche un conseguente incremento del moto ondoso su tutto il medio-alto Adriatico e sul medio-alto Tirreno, che da mossi tenderanno a divenire molto mossi, con onde che supereranno i 2.0 metri di altezza. Sostenute risacche per onde vive da E-NE ed Est investiranno i litorali di Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia fino a tutta la giornata di domani.