“Oltre cento eventi, da maggio a settembre, per declinare il ‘modello Friuli’ di ricostruzione e rinascita dalla macerie del sisma nell’attualita’ e interpretarlo nel futuro, investendo sulla formazione e sulla prevenzione“. E’ questo il senso, ricordato oggi a Udine dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani, degli appuntamenti che l’Amministrazione del Friuli Venezia Giulia nel suo complesso ha promosso, finanziato o cofinanziato insieme all’Associazione dei Comuni terremotati e sindaci della Ricostruzione per commemorare a 40 anni di distanza – all’insegna di ricordo, identita’ e rinascita – il terremoto che sconvolse gran parte del Friuli la sera del 6 maggio 1976 per poi “riprendere”, drammaticamente, nel successivo mese di settembre.
“Un modello Friuli – ha sottolineato la presidente Serracchiani, assieme al presidente del Consiglio regionale Franco Iacop e al presidente dell’Associazione Fabio Di Bernardo – interpretato come modello di autonomia virtuosa, di buona amministrazione, di esercizio degli strumenti di autonomia al servizio della nostra comunita’, offrendolo in particolare a quelle generazioni che del terremoto del 1976 poco conoscono, ricordando loro l’essenza valoriale ed etica proprio di quel modello“. Grazie al contributo ed al lavoro dei sindaci della ricostruzione e degli Enti locali che subirono i maggiori danni dalle onde sismiche del 1976 (“un lavoro stretto e coordinato”, e’ stato indicato) il programma di 103 eventi messo a punto della Regione, con in primo piano il Consiglio regionale, la Protezione civile, le direzioni regionali della Cultura e delle Infrastrutture, ma anche con la collaborazione (tra i tanti) dei Vigili del Fuoco, della Diocesi di Udine, dell’ateneo friulano, puo’ ritenersi “importante, corposo e serio”, come ha evidenziato Di Bernardo.
E il sostegno finanziario è arrivato dalla Regione che ha stanziato 600 mila euro, di cui una parte dovrebbe giungere anche dal Governo nazionale. Momento fondamentale delle commemorazioni sarà il 6 maggio prossimo, quando arriverà in regione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (secondo un programma che il Quirinale dovra’ definire), mentre tutte le altre iniziative animeranno l’intera area terremotata e non solo, in un arco di circa nove mesi nel corso dei quali si legheranno il ricordo e la memoria, la prevenzione, l’organizzazione dell’emergenza, la preparazione e la prevenzione, l’accoglimento e la solidarieta’.
Come ha dichiarato il presidente Iacop, la ricostruzione del Friuli “fu soprattutto una forte dimostrazione di autonomia e dell’autonomia della competenza primaria della Regione Friuli Venezia Giulia, oltreche’ delle competenze affidate al territorio dal Governo centrale, in una sorta di affermazione del federalismo ante litteram“. Dunque il Consiglio regionale ha deciso di centrare le sue attivita’ soprattutto sul recupero della ponderosa attivita’ legislativa, che ebbe inizio con le prime norme urgenti prodotte dall’Aula gia’ l’8 maggio 1976.
Saranno numerosi gli appuntamenti espositivi storico-culturali (tra gli altri, il concerto dell’Orchestra accademica di Berlino a Gemona il 7 maggio e la mostra “Memorie. Arte, immagini e parole del terremoto in Friuli”), accanto alla realizzazione di una nuova sala multimediale al Museo “Tiere Motus” di Venzone, un percorso di rivisitazione dinamica del terremoto all’ex Cinema Odeon di Udine e il completamento/valorizzazione del castello di Colloredo di Monte Albano, che sara’ ultimato definitivamente nel 2018. Infine, il 3 maggio prossimo, a Roma, alla Camera dei deputati, sara’ presentato alla presidente Laura Boldrini il videodocumentario “Resuri”, realizzato dalle Produzioni televisive dell’Agenzia di stampa della Regione con la collaborazione della Rai.