La comunità internazionale deve fare di più per “prevenire” la minaccia del “terrorismo nucleare” ha detto il capo dell’Agenzia Internazionale per l’energia atomica (Aiea) Yukiya Amanoa all’indomani degli attentati di Bruxelles. “Gli stati membri devono avere un interesse costante al rafforzamento della loro sicurezza nucleare”. “Il maggior pericolo – ha aggiunto – sta in questi paesi che non riconoscono il pericolo del terrorismo nucleare. Il terrorismo si sta diffondendo e non può essere escluso che vengano usati dei materiali nucleari“. Infatti, ha detto Amano, oltre al rischio di attacchi terroristici contro impianti e centrali nucleari, c’è anche il forte rischio di “un furto di materiali radioattivi“. Sarebbe catastrofico. Con solo un quantitativo limitato di Polonio, valuta Amano, dei terroristi infatti avrebbero la possibilità di confezionare un ordigno atomico “rudimentale”. Una probabilità simile, per il capo dell’Aiea, “non è impossibile“.
Quella per la realizzazione di ordigni nucleari “è ormai una tecnlogia antica e ampiamente nota e i terroristi di oggi hanno i mezzi, le conoscenze, le informazioni” per realizzare una bomba atomica. L’Isis, ad esempio, dice Amano, potrebbe facilmente raccogliere i materiali per realizzare una cosiddetta ‘bomba sporca‘ cosa che “sarebbe sufficiente per seminare il panico in qualsiasi città del mondo“. Il punto, sottolinea Amano, è che molti stati sottostimano questa possibilità: “Per noi il problema più grosso viene da quei paesi che non riconoscono il pericolo posto dalla possibilità del terrorismo nucleare“.