Doveva essere una gesta sulle vette di Monte Nevoso, a quota 3.358 maall’improvviso un forte boato e il muro bianco ha seppellito tutti gli escursionisti. Sei sono morti: da queste parti il più grande incidente in montagna in una stagione avviata ormai al termine. Tra le vittime un ragazzo di appena 16 anni e una donna di 32. Secondo i soccorritori, la slavina si è staccata a causa del fenomeno del accumulo nevoso, vale a dire uno strato di neve caduta da poco che scivola sulla neve sottostante, più dura perché ghiacciatasi nel corso delle settimane. Tra le sei vittime della valanga in vale Aurina c’è anche Horst Wallner, direttore generale della Camera di Commercio del land austriaco Tirolo. Il 49enne era venuto in Alto Adige per un’escursione di scialpinismo. Sotto la slavina sul Monte Neve ha perso la vita anche l’altoatesino Bernhard Stoll, imprenditore 43enne ed alpinista esperto. Nel 2011 aveva infatti scalato un ottomila, il Manaslu. Il paesino di Chienes piange invece Alexander Patrick Rieder, 42 anni, dipendente del canile locale, padre di tre bambini, aveva appena finito di costruire casa.
Come ha spiegato Hans Berger, senatore della Svp che in Valle Aurina è di casa e che è un appassionato alpinista, il campo da dove è caduta la slavina è un grande triangolo con il vertice puntato sulla vetta: gli sfortunati alpinisti si trovavano ai piedi di questo triangolo, in una specie di avvallamento nel quale la neve si è accumulata senza lasciare loro vie d’uscita. La disgrazia avrebbe potuto avere dimensioni ancora più gravi se alcuni dei 15 alpinisti che componevano i tre gruppi in salita non fossero riusciti a trarsi in salvo con i propri mezzi, “galleggiando” sulla neve farinosa mentre questa cadeva loro addosso. Tra quelli che si sono salvati c’è anche un’austriaca, portata a valle con un elicottero: al momento di scendere dal velivolo, la donna appariva estremamente provata, tanto che è stata accompagnata in un vicino albergo dove la protezione civile aveva nel frattempo mandato alcuni psicologi incaricati di occuparsi dei superstiti.
Anche il premier Matteo Renzi ha seguito lo svolgersi dei soccorsi, in collegamento con la protezione civile mentre era impegnato a Parigi per il vertice dei progressisti europei.